OPERA/
Graham Vick indica una nuova strada per la lirica italiana
Pubblicazione:
giovedì 25 settembre 2014
Graham Vick
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NEWS Musica
Una
regia di forte denuncia sociale e immagini di grande impatto per il “Don
Giovanni” di Mozart. L’inglese Graham Vick, uno dei più importanti e
socialmente impegnati registi del panorama lirico internazionale, vincitore di
sei premi Abbiati per l’originalità e l’intensità dei tanti allestimenti curati
in Italia: “Giovanni non è più l’outsider ma l’incarnazione di una società
la cui trasgressione è glamour, è vendibile, provoca dipendenza e in cui la
corruzione è norma condivisa”.
La
messa in scena debutterà il 26 settembre al Teatro Sociale di Como e inaugurerà
il 4 ottobre la 47esima Stagione Lirica di Tradizione del Teatro Pergolesi di
Jesi. Collaborano al nuovo allestimento la Fondazione Pergolesi Spontini, i
Teatri del Circuito Lombardo con il Teatro Sociale di Como, Teatro Grande di
Brescia, Teatro Ponchielli di Cremona, Teatro Fraschini di Pavia e inoltre il
Teatro dell’Aquila di Fermo, Fondazione Teatro Comunale di Bolzano e Fondazione
I Teatri di Reggio Emilia, nonché due teatri francesi. Un modo intelligente per
ammortizzare i costi (circa 40 repliche) e presentare spettacoli di alta
qualità anche in città di medie dimensioni.
Con
il nuovo allestimento del Don Giovanni, Graham Vick preannuncia una
lettura fortemente innovativa rispetto alla tradizione ma in linea con quanto
la musica e il testo raccontano. L’esigenza di generare un senso di
responsabilità civile costituisce il fulcro di ogni sua regia, e anche in
quest’opera l’artista intende innescare un dibattito sul nostro modo di vivere,
sulla società contemporanea, sul modo in cui ci relazioniamo gli uni agli
altri.
“Il
nostro senso di essere in vita è definito e amplificato dall’avvicinarsi
inevitabile della morte - spiega Graham Vick a proposito del nuovo
allestimento - Di fronte allo scorrere del tempo, Giovanni getta via tutte
le leggi, i vincoli e i tabù. Così come il nostro mondo si precipita verso
l’autodistruzione, anche noi abbandoniamo sprezzanti le leggi della civiltà.
Terrorizzati della morte, ci attacchiamo alla vita e ad una dipendenza dalla
giovinezza, attraverso droghe, iniezioni, il bisturi del chirurgo, Mentre
Giovanni si diffonde come un virus, trascinando tutti nella sua tela universale,
non è più l’outsider ma l’incarnazione di una società la cui trasgressione è
glamour, è vendibile, provoca dipendenza e in cui la corruzione è norma
condivisa”.
La
nuova produzione si avvale della direzione del venezuelano Josè Luis Gomez
Rios, delle scene e costumi di Stuart Nunn, del disegno luci di Giuseppe Di
Iorio e delle coreografie di Ron Howell. Suona l’Orchestra I Pomeriggi Musicali
di Milano, il Coro del Circuito Lirico Lombardo è diretto da Dario Grandini.
Gli interpreti sono stati scelti volutamente tra i giovani e già affermati
cantanti tra cui il baritono albanese Gezim Mysketa (Don Giovanni) e il
marchigiano Andrea Concetti (Leporello), e tra i vincitori del 65esimo Concorso
AsLiCo per Giovani Cantanti Lirici d’Europa, quali Giovanni Sebastiano Sala
(Don Ottavio), Mariano Buccino (Commendatore), Federica Lombardi (Donna
Elvira), Valentina Mastrangelo (Donna Anna), Riccardo Fassi (Masetto); Alessia
Nadin è Zerlina.
OPERA/ Graham Vick indica una nuova strada per la lirica italiana
Pubblicazione:
giovedì 25 settembre 2014
Graham Vick
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Nel secondo cast, in scena il 5 ottobre, voci di spessore con il
giovane baritono greco Dionisos Sourbis (Don Giovanni), Mariateresa Leva (Donna
Elvira), Matteo Mezzaro (Don Ottavio), Cristian Saitta (Commendatore),
Ekaterina Gaidanskaja (Donna Anna), Leonardo Galeazzi (Leporello), Davide
Giangregorio (Masetto) e la vincitrice del Concorso AsLiCo 2014 Alessandra
Contaldo (Zerlina).
Le scene dell’opera sono state costruite a Jesi presso il
Laboratorio della Fondazione Pergolesi Spontini, impiegando le maestranze
tecniche della Fondazione, con esperti in scenografia, decorazione,
illuminotecnica, costruzioni in legno e ferro.“E’ un Don Giovanni con
artisti giovani ed è soprattutto un’opportunità per me di scavare un
testo meraviglioso insieme a loro con un lavoro intenso di sei settimane.
Si tratta inoltre per me dell’opportunità di rivisitare un titolo importante e
di investigare un possibile nuovo futuro per la lirica in Italia, un nuovo modo
di affrontare le opere importanti, cercando nuove modalità di partecipazione”.
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