martedì 9 settembre 2014

Sagra musicale umbra all’insegna della libertà in Avvenire 10 settembre



Festival.

Sagra musicale umbra all’insegna della libertà


La rassegna dedicata alla caduta del muro di Berlino. Spicca l’edizione critica del “Ratto dal serraglio” di Mozart diretto da Jacobs


GIUSEPPE PENNISI
I
n numerosi libri, uno studio­so di sociologia della politica di scuola laica, Luciano Pellica­ni, ricorda che la religione e la Fede sono il più efficace baluardo contro l’autoritarismo. Il principa­le, ed il più antico, festival di “mu­sica dello spirito”, la Sagra Musica­le Umbra (6-14 settembre), dedica la sua edizione 2014 alla caduta del muro di Berlino. Ha come tema conduttore “La Libertà”.

La Sagra è iniziata con un concer­to in cui gli inni di Cherubini e di Gossec per la rivoluzione francese del 1789 sono stati coniugati con la “grande sinfonia funebre e trion­fale” di Berlioz per quella del 1830 sotto la direzione di Claudio Para­diso. La stessa sera del 6 settembre, la Sagra è proseguita, nell’elegan­te Teatro Morlacchi con una rarità: il debutto della tournée europea di

Die Entfürung aus dem Serail
(Il Ratto dal Serraglio) di Wolfgang A. Mozart nell’edizione critica della Akademie für Alte Musik di Berli­no diretta da René Jacobs con vo­ci tra le migliori sul mercato: Ro­bin Johannsen, Mari Eriksmoen, Mauro Peter, Julian Prégardien, Di­mitry Ivashchenko, Cornelius O­bonya. L’opera verrà registrata da

Harmonia Mundi,
con cui Jacobs sta pubblicando i maggiori lavori teatrali di Mozart.

Cosa c’entra con “La Libertà” u­na turquerie spesso proposta co­me un’opera buffa? E come mai questa edizione innovativa viene presentata il 22 settembre a Bruxelles nel quadro delle mani­festazioni dell’Unione Europea (UE) per il crollo del muro? La ver­sione integrale di Die Entfürung mostra che il lavoro è un inno al­la libertà. Il protagonista, il Pascià Selim, spiega di essere un cristia­no di Orano costretto a diventare mussulmano. È il prototipo del sovrano illuminista. Le due pro­tagoniste femminili, Kostanze e Blonde, sono esempio di una “li­bertà di genere” in difesa delle proprie convinzioni e della pro­pria persona. È un’esecuzione secca, senza orpelli ed imbelli­menti, da assaporare e meditare. Il 7 settembre, nel pomeriggio, il Coro del Maggio Musicale Fioren­tino, il Tetrakis Ensemble e l’en­semble da camera di Perugia, han­no coniugato, nel museo di Mon-t­efalco, la libertà con la morte di un tiranno (Milhaud), la morte di Ma­ria Antonietta (Dussek), i canti di prigionia (Dallapiccola) ed il re­quiem (Pizzetti). La sera, nel Tem­pio San Michele Arcangelo di Pe­rugia il tema è stato declinato con musica sacra dell’America Latina.

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SOPRANO. Robin Johannsen


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