mercoledì 30 maggio 2012
Orchestra Sinfonica di Roma: orchestra tutta privata e stagione di successi in Quotiano Arte 31 maggio
Terminata la stagione 2011-2012
Orchestra Sinfonica di Roma: orchestra tutta privata e stagione di successi
Giuseppe Pennisi
Il 27-28 maggio scorso la stagione dell’Orchestra Sinfonica di Roma della Fondazione Roma – un complesso interamente privato che non riceve alcun contributo pubblico e vive dei propri abbonati e del supporto di una fondazione culturale – ha terminato la stagione 2011-2012 con la messa in scena della versione integrale dell'Histoire du Soldat di Igor Stravinskij, composta proprio allo scopo di girare per villaggi della Svizzera negli anni della prima guerra mondiale.
Esecuzione – direttore Francesco La Vecchia, interpeti principali Cosimo Cinieri e Gioia Spaziani, scene di Giancarlino Benedetti Corcos, regia di Irma Palazzo e Francesco Maria Saggese – tanto più esemplare, in quanto negli ultimi anni il capolavoro di Stravinskij è stato visto manipolato, diluito e allungato al RomaEuropa Festival e al Teatro dell’Opera.
L’Histoire du Soldat ha coronato una stagione di successi all’Auditorium di Via della Conciliazione dedicata in gran misura alla riscoperta del grande sinfonismo italiano della seconda metà dell’Ottocento e della prima del Novecento; l’orchestra ha inciso l’integrale di Casella e sta predisponendo quelle di Respighi, Pizzetti ed altri compositori per importanti case discografiche come la Naxos e la Brilliant. Ha pure concluso un accordo con la Sony per l’integrale delle sinfonie di Beethoven. Inoltre, continua a svolgere un’attività sociale con concerti in ospedali e istituti di detenzione e pena. Anche se (a ragione del complicato contesto economico finanziario) non è stato ancora definito il cartellone 2012-2013, siamo in grado di anticipare che inizierà il 30 settembre – primo ottobre con la messa in scena di Turandot, curata dalla China National Opera House in prima assoluta in Europa e che avrà come tema conduttore la storia della sinfonia con accento su Beethoven e Brahms, senza dimenticare, naturalmente i compositori italiani.
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