martedì 1 maggio 2012
Maggio Musicale Fiorentino: triplo debutto in QuotidianoArte del 2 maggio
Maggio Musicale Fiorentino: triplo debutto
Giuseppe Pennisi
Il Maggio Musicale Fiorentino inizia il 4 maggio con un triplo debutto.
Dopo una prolusione di Alberto Arbasino alle 11 del mattino in Università, alle 18 inizia “Der Rosenkavalier" ("Il Cavaliere della Rosa") , "Komôdie für Musik" di Richard Strauss e Hugo von Hofmannsthal; l’opera è lunga (circa quattro ore e mezzo intervalli compresi e si prevede la possibilità di cene dopo spettacolo.
È un triplice debutto. È la prima volta, infatti, che l’opera viene allestita dai complessi e le maestranze fiorentine perché le 3 produzioni precedenti erano “importate” (da Dresda, Francoforte e Colonia). È la prima volta che a 76 anni Zubin Mehta affronta la partitura. È anche la prima volta che Elkie Gramss (noto più come regista cinematografico che come direttore di teatro in musica) ne cura la drammaturgia. Sperimentatissimo, invece, il cast a cominciare da Angela Denoke che debuttò nel ruolo della protagonista, allora giovanissima, nel 1997 a Vienna.
"Der Rosenkavalier" può essere interpretato a vari livelli: a) una "commedia per adulti" (dietro la maschera superficiale di una pochade per fare cassetta); b) una "rievocazione in musica" che ha la sua realtà più vera proprio nell'essere smaccatamente finta (anche sotto il profilo musicale); c) un messaggio politico alto e forte sulla transizione (il "Verwandlung" che ha un ruolo fondante nella cultura non solo tedesca ma europea nella seconda parte del XIX e nella prima del XX secolo).
Le “prove aperte” suggeriscono che nella lettura di Mehta e Grams tiene un buon equilibrio tra i tre livelli in un’ambientazione atemporale (tra Settecento e inizio Novecento) di “Finis Austria Felix” e una nostalgia intrisa di melanconia nella concertazione. In linea con l’irrealismo eclettico e, quindi, atemporale, il cammino di Hofmannsthal e Strauss nel percorso musicale dell'opera.
In "Der Rosenkavalier", la grande orchestra e il sinfonismo wagneriano vengono impiegati per fondere Mozart, l'operetta francese e austriaca, il polifonismo e la vocalità italiana in un’unità ancora oggi singolarissima e nuovissima.
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