mercoledì 23 maggio 2012
OPERA, UN COMPLEANNO MUSICALE IN GARFAGNANA in Il Velino 22 maggio
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OPERA, UN COMPLEANNO MUSICALE IN GARFAGNANA
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Roma - I Festival italiani sono nei guai: è di questi giorni il grido di dolore di Andrea Bocelli per impedire che questa estate salti il tradizionale Festival Puccini a Torre del Lago; poche settimane prima, il Festival dello Sferisterio ha annunciato un programma privo di titoli innovativi e interamente diretto al pubblico delle spiagge marchigiane nella speranza che – ci auguriamo si realizzi – i bagnanti corrano alla biglietteria. Non mancano numerose iniziative puramente commerciali non sempre di alta qualità, spesso organizzate da impresari che ingaggiano artisti dell’Europa orientale e dell’Asia centrale che portano due o tre titoli di repertorio da un luogo di villeggiatura ad un altro. Non così i Festival stranieri. Non solamente i più noti - Bayreuth, Aix en Provence, Salisburgo, Glyndebourne, Baden Baden - ma anche quelli relativamente recenti come il Festival del Tirolo che si svolge in luglio a Erl ed affiggi già un tutto esaurito ai suoi maggiori spettacoli. Erl ha un’anteprima che si è appena svolta in Garfagnana dal 18 al 20 maggio - nel Convento dell’Angelo appollaiato nelle colline della Lucchesia - e ha un seguito - in settembre a Dolbiacco. I tre festival hanno come animatore il direttore d’orchestra e compositore Gustav Kuhn, notissimo in Italia dove è stato tra l’altro direttore artistico dell’Opera di Roma, del San Carlo e dello Sferisterio. Hanno anche uno sponsor istituzionale principale, la casa discografica Col Legno, un’etichetta che ai grandi classici affianca la musica contemporanea colta.
Pur se trascurato dalla stampa italiana, ma non da quella internazionale, il Festival di maggio dell’Accademia Montegral (il nome mitico della scuola di musica del Convento dell’Angelo) è uno degli appuntamenti più importanti della primavera. Anche perché, a fianco dei classici (Bach, Rossini, Chopin, Liszt) vengono presentate prime mondiali. Non solo, i “laureati” dell’Accademia sono nei maggiori teatri. Quest’anno il Festival ha avuto una caratteristica particolare; dato che, a ragione della crisi alcuni sponsor italiani non hanno partecipato, o hanno contribuito meno che nel passato, la manifestazione si è trasformato in una festa di tre giorni per il compleanno della Signora Kuhn. Sessanta artisti, venuti da tutto il mondo ed alloggiati principalmente nel Convento, ed una sessantina di ospiti (in ville e casali nei pressi del Convento) uniti dal grande amore della musica e dal desiderio di sperimentare. “Il lavoro dell’Accademia - dice Gustav Kuhn - è un processo: si tratta soprattutto dello sviluppo di cantanti lirici, delle loro voci, delle loro capacità interpretative. Il nostro scopo è collaborare con gli artisti indicando loro il cammino da seguire: è questa la caratteristica peculiare sulla quale si focalizzano i nostri sforzi. Se l’impegno è premiato poi dalla nascita di carriere internazionali, ne siamo più che orgogliosi. Questo vale anche per quegli artisti di talento attivi in settori non ancora molto considerati o apprezzati dal pubblico, quali musica da camera o musica contemporanea. Tra gli artisti dell’Accademia di Montegral che si sono affermati a livello internazionale ci sono ad esempio Albert Dohmen, Juha Uusitalo, Anna Caterina Antonacci, Monica Bacelli, Barbara Frittoli, Michela Sburlati, Luciana D’Intino, Andrea Silvestrelli, Roberto Scandiuzzi, per citarne solo alcuni”.
Nonostante la riduzione del supporto, il Festival ha presentato, nell’arco di tre giorni, accanto a titoli tradizionali, tre prime mondiali (una di un’opera da camera), una rassegna di pianistica contemporanea ed ha dato modo di partecipare alla registrazione della Petite Messe Solennelle di Rossini nella versione originale per solisti, coro, due pianoforti ed un organo. Un programma per raffinati da fare invidia anche alle manifestazioni più note. E che sottolinea il nesso tra i tre giorni in Garfagnana ed i più conosciuti festival di Erl e Dolbiacco. Kuhn aggiunge: “Il significato che ha per noi l’Accademia in termini di scoperta, sostegno, maturazione artistica e sviluppo con l’obiettivo di una formazione olistica focalizzata sulla personalità e il talento individuali del singolo artista è rappresentato dai festival e dagli eventi da me diretti. Mi danno la possibilità di “sperimentare” i vari artisti dell’Accademia e di presentarli così al pubblico. In questo modo hanno la possibilità di mettere alla prova il loro talento e di muoversi per la prima volta all’interno della routine lavorativa quotidiana propria di questo settore. Inoltre il Convento dell’Angelo è per il direttivo e per numerose serie musicali e artistiche una fonte di infinita creatività a cui attingere per sviluppare i programmi delle varie edizioni. In collaborazione con gli artisti dell’Accademia nascono nuove idee, il festival di maggio rappresenta una piattaforma perfetta per esplorare nuovi concetti in un contesto limitato, ma che tuttavia possono essere sviluppati anche su palcoscenici importanti come quello del Festival del Tirolo Erl. Il nostro lavoro è un meccanismo creativo in fieri, in continua evoluzione”.
Ma veniamo ad alcuni aspetti specifici. La Petite Messe, ascoltata prima per singoli numeri durante la registrazione e poi integrale durante la funzione domenicale (officiata da due religiosi – uno italiano ed uno austriaco) mostra un lato poco conosciuto di Rossini: i suoi nessi e con Beethoven e con il romanticismo tedesco. Il dico della Col Legno , che uscirà tra alcuni mesi, merita di essere studiato in dettaglio da musicologi che scopriranno una dimensione nuova della musica del pesarese. La rassegna di pianistica contemporanea , affidata a Alfonso Alberti, ha mostrato chicche (tra cui una prima esecuzione mondiale) di Causton, Pesson, Dufourt, Coluccino e Sciarrino. Un panorama rappresentativo, pur se non necessariamente esaustivo, che, speriamo, diventi un disco. Tra le prime mondiali due lavori brevi, ma molto intensi, di Tristan Schulze e Girolamo Deraco e, sempre di Deraco, un “minimodramma” di 20 minuti (“Amor che nullo”) per due pianoforte, un soprano ed un baritono: un fugace “amore ferroviario” tra una manager appena licenziata ed un poeta in crisi che ha abbondato moglie e figlio per ‘rifarsi una vita’. Una scrittura brillante ed ironica, parlato che scivola nel declamato e nell’arioso con citazioni da Dante e Shakespeare. Godibilissimo. Cosa augurarsi? Che un numero maggiore di musicisti ed organizzatori musicali celebrino così i compleanni dei compagni di vita. (ilVelino/AGV)
(Hans Sachs) 22 Maggio 2012 13:00
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