martedì 17 gennaio 2012

Una Carmen «low cost» inaugura il Bellini in Avvenire 17 gennaio

Una Carmen «low cost» inaugura il Bellini


DI GIUSEPPE PENNISI

Carmen è una felina Rinat Shaham, piena di temperamento e ardita nelle tonalità gravi; ha già cantato il ruolo a Ro¬ma; ha trionfato nell’opera di Bizet al Festival Glynde¬bourne ed il successo si è ripetuto alla serata inaugu¬rale della stagione 2012 del Massimo 'Bellini' di Cata¬nia, ancora oggi il teatro li¬rico con la migliore acusti¬ca in Italia e forse in Euro¬pa. A tal punto che, per an¬ni, è stata la sala di regi¬strazione favorita di Joan Sutherland e suo marito, il direttore d’orchestra Ri¬chard Bonynge.

Rinat Shaham è un mezzo soprano israeliano in gra¬do di arrivare a tonalità da contralto (come voleva Bi¬zet), con la dizione perfet¬ta (in francese) e con la ver¬ve di una giovane siciliana. Fa girar la testa al giovane brigadiere Don José, Vse¬volod Grivnov; viene dalla scuderia del Mariinskij di San Pietroburgo e in Italia si è già fatto notare nel ruo¬lo di Lensky in Eugenio O¬negin

di Caicovskij; tenore lirico, Grivnov ha qualche difficoltà nei passaggio 'spinti'. Volitiva e volubile , Carmen perde la propria testa per il bel torero Esca¬millo, l’attraente e focoso Homero Pérez-Miranda, spagnolo 'comme il faut'. In questo cast giovane e in¬ternazionale non manca u¬na moldava: Tatiana Lisnic (Micaëla), affermata come buon soprano lirico di co¬loratura, nel ruolo della dolce ed innocente Micae¬la.

Carmen è opera polifo¬nica in cui i quattro prota¬gonisti sono affiancati da una mezza dozzina di soli-sti in ruolo minori, coro, danze e mimi. L’insieme regge bene grazie all’affia¬tamento tra l’esemplare re¬gia di Vincenzo Pirotta (che fa sentire odor di sangue sin dall’inizio) e la direzio¬ne musicale di Will Hum¬burg, intensa e drammati¬ca.

È stata scelta una versione ibrida, ma integrale del la¬voro, di Georges Bizet. Da¬to il cast internazionale (e le difficoltà che alcuni inter¬preti avrebbero avuto nel recitare in francese) l’or-chestrazione è quella ruvi¬da dell’originale di Bizet ma i recitativi sono quelli 'ac¬compagnati' da Ernest Guiraud per le rappresen¬tazioni a Vienna nel 1875.

Di particolare livello l’alle¬stimento scenico (un telo¬ne su cui vengono proiet¬tati colori in linea con lo spirito dei vari momenti musicali e unici elementi tavoli in legno e sedie di pa¬glia) e la regia molto tea¬trale di Vincenzo Pirrotta, noto per le sue interpreta¬zioni di tragedie greche ma per la prima volta alle pre¬se con la lirica: a basso co¬sto ma innovativa ed effi¬cace. Parte del pubblico, nostalgico di colossal folk¬loristici, ha mostrato di considerarla troppo 'pove¬ra'. Lo spettacolo dovrebbe dare la svolta di un teatro che ha avuto numerose dif¬ficoltà il cui 2012 inizia con un aumento del 20% degli abbonati e sette turni di ab¬bonamento, nonché con un cartellone di lavori co¬nosciuti dal grande pubbli¬co e con interpreti giovani. Il 'Massimo Bellini' si me¬rita i fervidi auguri.

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A Catania convince il debutto alla regia lirica di Vincenzo Pirotta col capolavoro di Bizet: messa in scena al risparmio, ma efficace e innovativa. Applausi al soprano israeliano Rinat Shahan

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La «Carmen» al Bellini di Catania

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