lunedì 23 gennaio 2012

Aida colossal in Emilia QuotidianoArte 24 gennaio

venerdì 27 gennaio si inaugura la Stagione Lirica 2012


Aida colossal in Emilia
Giuseppe Pennisi
Per il bicentenario della nascita di Verdi (2013), il Teatro Regio di Parma sta predisponendo l’integrale delle opere del compositore in un cofanetto con 27 DVD destinato a una vasta distribuzione internazionale. Quindi, oltre al Festival Verdi di ottobre anche le stagioni invernali propongono allestimenti nuovi o rivisitati dei lavori per la scena del Cigno di Busseto.
Venerdì 27 gennaio, la Stagione Lirica 2012 inaugura con Aida, nel colossale spettacolo ideato da Alberto Fassini riproposto dal regista Joseph Franconi Lee, con giovane bacchetta di Antonino Fogliani sul podio dell’Orchestra e del Coro del Teatro Regio di Parma e un cast di livello.
Dopo il debutto e una serie di recite a Parma sino all’11 febbraio, la produzione sarà, fino a fine marzo, a Reggio Emilia e a Modena, un’ottima idea in questi periodi di ristrettezze finanziarie e di esigenze di sinergie ed economie. Con le scene e i costumi creati da Mauro Carosi, le luci firmate da Guido Levi e le coreografie immaginate da Marta Ferri, a dar vita alla locandina del lavoro verdiano saranno Carlo Malinverno (Il re d’Egitto), Mariana Pentcheva (Amneris), Susanna Branchini (Aida), Walter Fraccaro (Radamès), Giovanni Battista Parodi (Ramfis), Alberto Gazale (Amonasro), Yu Guanqun (Sacerdotessa) e Cosimo Vassallo (Messaggero). Maestro del Coro è Martino Faggiani.
È un allestimento che non può non piacere a chi ama i film di Cecil B. De Mille; scene grandiose, danze spettacolari e quant’altro in un Egitto visto come poteva immaginarlo Giuseppe Verdi nella tenuta di Sant’Agata attorno al 1870.
“Mostrare l’Egitto non è un compito facile perché le sole testimonianze che abbiamo di questa civiltà riguardano la cultura funeraria – ci dice il regista John Franconi Lee -. Le piramidi erano tombe e a questo noi associamo la millenaria civiltà egiziana. Anche Verdi ha immaginato una tomba dove far concludere il dramma. Così questa Aida comincia e finisce in un clima tenebroso, sepolcrale. È un’opera tutta interni, un’opera notturna, dove in molti quadri prevale un blu profondo, cobalto. La scena disegnata da Carosi è divisa in due livelli a separare due mondi, quello dei forti e quello dei vinti. A questi due, già previsti da Verdi, ho aggiunto un terzo livello che si spinge sul proscenio, dove i personaggi svelano il loro lato più umano, più intimo”.


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