ROMA, VOLTAIRE APRE IL 2012 AL TEATRO DELL’OPERA
Roma - Da mercoledì 18 in scena il “Migliore dei mondi possibili”. Nei panni del filosofo francese come voce recitante, l’attrice Adriana Asti
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Roma - Al Teatro dell’Opera il 2012 apre al “migliore dei mondi possibili”. L’attualissima ironia e critica dissacrante all’intolleranza e ai vizi dell’Europa fatta da Voltaire nel Settecento con il Candide trovano una perfetta trasposizione musicale nella versione di Leonard Bernstein, che debutta mercoledì 18 gennaio, alle 20.30, in prima assoluta al Costanzi. Nei panni del filosofo francese, voce recitante dello spettacolo, un nome famoso e amato nel cinema e nel teatro: Adriana Asti. La “comic operetta” è allegra, briosa, scatenata, con arie orecchiabili come si addice a un’operetta di alta classe. Al testo del libretto collaborò il meglio dell’intellighentsia americana degli anni ‘50 (John La Touche, Dorothy Parker, Lilian Hellman, Stephen Sondhein, John Wells): l’idea era di mettere alla berlina la “happy America” e l’“American way style”. Sotto il profilo musicale, si seguono le regole canoniche dell’opera buffa settecentesca; la partitura alterna numeri convenzionali (quali le arie di coloratura) con ritmi moderni (tango, faxo trot, musica afro-cubana) ed è densa di citazioni. Poco compresa al debutto nel 1956, subì vari rimaneggiamenti; entrò nel repertorio della New York City Opera nel 1982 e da allora è in cartellone ovunque.
Nella trama il giovane Candide, convinto dal filosofo Pangloss, di vivere nel migliore dei mondi possibili lascia la natia Westfalia e la fidanzata Cunegonde per scoprire i continenti. Finisce in guerre balcaniche, maxi-terremoti (quello di Lisbona), assassini a go-go, foreste infestate da cannibili, arricchimenti facili (e impoverimenti ancora più rapidi) in un mondo in cui, quale che sia lo Stato, i governanti sono interessati soprattutto alle proprie tasche ed i compagni di viaggio sono ladroni (o peggio). E la candida Cunegonde? Diventa una delle più frequentate prostitute di Parigi, Buenos Aires e Venezia. Al termine di tante avventure, i nostri si ritrovano a coltivare il loro piccolo campo, ormai certi che il mondo è quello che è. La regia di Lorenzo Mariani inquadra lo spettacolo in uno studio televisivo, dove il lavoro viene ripreso come un talk show. Anche se l’idea è portata avanti solo in parte, lo spettacolo è fluido e le proiezioni sono vivaci. I passaggi del complicato libretto sono raccontati da Adriana Asti (nel ruolo di Voltaire).
Circa quindici anni fa, Jeffrey Tate ne aveva diretto una memorabile edizione in forma di concerto all’Accademia di Santa Cecilia a Roma. L’ha riproposta cinque anni dopo al San Carlo, esprimendo a tutto tondo la amara ironia di Bernstein. Il cast richiede 22 solisti in circa 35 ruoli. A Napoli, su tutti, svettavano Laura Akin (Cunegonde) con la sua coloratura e Brando Jovanovich (Candide) con i suoi legati e sì naturali (anche se a cercare il pelo nell’uovo un tenore leggero di agilità potrebbe essere preferibile ad un baritenore). Sul podio romano il britannico Wayne Marshall, interprete in perfetta sintonia con il repertorio musicale di Bernstein. Maestro del Coro dell’Opera di Roma è Roberto Gabbiani. L’allestimento, in lingua originale con sovratitoli in italiano, ripropone quello presentato al Teatro di San Carlo di Napoli nel 2007. Le scene, ispirate alle pitture di Larry Rivers, sono di Nicola Rubertelli, i costumi di Giusi Giustino, la coreografia di Seán Curran, l’ideazione e direzione delle immagini video di Fabio Massimo Iaquone e Luca Attili. Nel cast, tutti interpreti ideali della musica di Bernstein, sono: Michael Spyres/Leonardo Capalbo (21/01) (Candide), Bruno Taddia (Maximilian-Capitain), Jessica Pratt/Claudia Boyle (21/01) (Cunegonde), Derek Welton (Pangloss-Martin-Cacambo), Jane Henschel (The Old Lady). (ilVelino/AGV)
(Hans Sachs) 10 Gennaio 2012 14:37
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