mercoledì 4 gennaio 2012

La rinascita del “Massimo Bellini” in Quotidiano Arte del 5 gennaio

Il Teatro Massimo Bellini di Catania dà segnali di svolta: +10% per la stagione sinfonica, +20% per quella lirica

La rinascita del “Massimo Bellini”
Giuseppe Pennisi
La stampa nazionale dà poca attenzione ai “teatri di tradizione”; una trentina (precisamente 28) di solito in città, oggi di media importanza, ma che in passato furono capitali di granducati, ducati, pure regni. Sono localizzati principalmente al Nord (il 61% del totale), il 25% è al Centro, il 14% al Sud e nelle Isole. Sono finanziati principalmente dagli enti locali (gravano sul Fus unicamente per il 4% circa del totale del fondo).
Le risorse statali sono meno della metà del finanziamento complessivo. Le imprese, spesso dell’area, forniscono mediamente una cifra pari al 24% delle risorse complessive per il loro funzionamento. Un’analisi dettagliata di un campione di dieci “teatri di tradizione”, condotta dalla Università Bocconi, ne loda, in linea di massima, la gestione, evidenziando in particolare gli effetti positivi dei “circuiti” creati (non necessariamente su base regionale) per dividere i costi di produzione degli allestimenti. La loro situazione debitoria è sempre stata sotto controllo (con alcune eccezioni – ad esempio, il Teatro Massimo Bellini di Catania, ora in via di risanamento). I costi degli spettacoli sono contenuti.
È proprio il Massimo Bellini che mostra segni di svolta. Non si tratta di un teatro secondario: è riconosciuto come quello con la migliore acustica in Italia e una delle più perfette in Europa. Per questa ragione, ad esempio, Dame Joan Sutherland e suo marito, il direttore d’orchestra Richard Bonynge, lo hanno scelto per lustri come la loro sala di registrazione favorita. Ora il Bellini sta affrontando una cura da cavallo per risorgere: un cartellone con titoli quasi esclusivamente di repertorio, artisti giovani e ancora poco conosciuti in Italia come la israeliana Rinat Shaham che ha debuttato con grande successo al Festival di Glyndebourne, protagonista del titolo “Carmen” che aprirà la stagione.
I risultati, per il momento, danno ragione: la campagna per la Stagione Sinfonica 2011-2012 si è chiusa con 1564 abbonati, circa il dieci per cento in più rispetto allo scorso anno. I dati della campagna abbonamenti della Stagione Lirica 2012 sono ancora provvisori, visto che mancano oltre venti giorni alla chiusura ma si registra un trend di crescita molto positivo che, al momento, è di quasi il 20 per cento. Quello in atto a Catania è un tipo di teatro da incoraggiare, anche in quanto ha ritrovato il supporto della città, come ha provato il tutto esaurito al concerto di Capodanno portato in diretta dalla due maggiori reti locali in tutte le abitazioni della Sicilia orientale (Antenna Sicilia e Telecolor). Sul podio è salito il maestro Manfred Mayrhofer, austriaco di nascita e di formazione, un vero e proprio specialista delle musiche che orchestra e coro del Bellini hanno eseguito.

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