lunedì 30 gennaio 2012

A Roma la docezza di Coppélia in QuotidianoArte 30 gennaio

Il balletto del poeta e scrittore tedesco E.T.A Hoffmann


A Roma la dolcezza di Coppélia
Giuseppe Pennisi
Della vasta produzione di Leo Delibes (tre balletti , una mezza dozzina di opere, un vasto numero di composizioni per cameristica e sinfonica), il balletto Coppélia, in arrivo a Roma, e l'opera Lakmé sono i soli due lavori oggi ancora rappresentati. Eppure fu uno dei musicisti più importanti del Secondo Impero e della Terza Repubblica ed esercitò una grande influenza su Ajkovskij, Saint-Saëns e Debussy. Soprattutto, espresse meglio di molti altri l'atmosfera e i colori della Francia nell'ultimo parte del XIX secolo quando si preparava quella che sarebbe stata chiamata la Belle Époque.
Per questo motivo, benché tratta da un racconto non certo lieve del proto-romantico poeta e scrittore tedesco E.T.A Hoffmann, Der Sandmann, Coppélia è un delizioso balletto a lieto fine.
La stessa vicenda assume tinte tragiche in Les Contes de Hoffman, capolavoro incompiuto di Jacques Offenbach alla Scala sino al 5 febbraio.
In Coppélia l'alta borghesia viene portata in un mondo di fantocci, automi e bambole meccaniche, in cui gli spunti drammatici si risolvono nel grottesco personaggio di Coppelius.
Nell'edizione in programma a Roma, la messa in scena è interpretata dal francese Eric Vu-An, autore anche della coreografia, ha debuttato lo scorso dicembre all'Opéra de Nice e viene riproposta con i danzatori del Corpo di Ballo dell'Opera, diretto da Micha van Hoecke. Le luci sono di Patrick Méeüss.
Una scelta appropriata perché i francesi meglio di altri possono filtrare la delicata musica di Delibes.
La prima rappresentazione assoluta dello spumeggiante balletto, con la coreografia di Arthur Saint-Léon, ebbe luogo all'Opéra di Parigi il 25 maggio 1870. Protagonista la quindicenne Giuseppina Bozzacchi, particolarmente adatta al ruolo di Swanilda per vivacità e freschezza. Il successo fu immediato. Dopo diciotto rappresentazioni l'Opéra fu però costretta a chiudere i battenti a causa della guerra franco-prussiana che premeva alle porte con l'assedio di Parigi, ma il celebre balletto, nelle sue numerose rivisitazioni, sopravvive ancora oggi nei cartelloni delle migliori compagnie.


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