giovedì 19 gennaio 2012

I TAXI E LE LIBERALIZZAZIONI il Velino 19 gennaio

I TAXI E LE LIBERALIZZAZIONI
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Roma - Glocus e Istituto Bruno Leoni hanno presentano il rapporto "Liberalizzare e crescere. Dieci proposte al governo Monti" che contiene una serie di proposte di liberalizzazioni a costo zero per il bilancio dello Stato. Il rapporto, illustrato dai curatori Linda Lanzillotta (presidente di Glocus ed ex ministro degli Affari regionali) e Carlo Stagnaro (direttore ricerche e studi dell'IBL) sarà discusso da Marcello Clarich (LUISS Guido Carli), Carlo Scarpa (Università di Brescia) e dai responsabili economici dei maggiori partiti: Benedetto Della Vedova (Fli), Stefano Fassina (Pd), Gian Luca Galletti (Udc) e Claudio Scajola (Pdl). Il rapporto fornisce soluzioni tecniche per introdurre la concorrenza in dieci settori chiave dell'economia italiana: mercato del gas, poste, professioni, servizi pubblici locali, ferrovie, fondi pensione, welfare, lavoro, giustizia, istruzione e università. Il dossier fornisce inoltre i dettagli degli interventi normativi che, secondo i due think tank, sono indispensabili per rilanciare la crescita economica in un paese come l'Italia, il cui PIL è stagnante da un ventennio proprio per lo scarso dinamismo dell'economia dovuto all'eccesso di rendite monopolistiche che i settori produttivi devono sostenere. Come si legge nell'introduzione al rapporto, "Intendiamo piuttosto fornire elementi di approfondimento relativi al "come" intervenire, ossia su quali siano le tipologie di riforma che è necessario mettere in atto per restituire dinamismo e vivacità all'economia italiana. È infatti sul come che generalmente la decisione politica si è arenata o ha portato a soluzioni parziali e inefficaci".

Alla redazione del rapporto ha collaborato un team di studiosi composto da Silvio Boccalatte, Cristina Dell'Aquila, Piercamillo Falasca, Ivana Paniccia, Sara Perugini, Emilio Rocca, Serena Sileoni, Vincenzo Visco Comandini. Del coordinamento editoriale si sono occupati Claudia Cavalieri e Filippo Cavazzoni, mentre il rapporto è stato curato da Linda Lanzillotta e Carlo Stagnaro. Il testo integrale del dossier è disponibile sui siti di Glocus e dell'Istituto Bruno Leoni. Il documento, ampiamente riassunto sulla stampa quotidiana, è uno dei numerosi presentati su questo tema alla vigilia di un Consiglio dei ministri che avrà come argomento specifico all’ordine del giorno le liberalizzazioni per incoraggiare la crescita. È più documentato, nonché più aggiornato, di molti altri. E’ stato, però, chiuso in tipografia prima degli avvenimenti degli ultimi giorni: la rivolta dei tassisti che hanno preso in ostaggio le città presentando controproposte (se corrispondono a verità i riassunti sulla stampa del 19 gennaio) adatte più all’economia corporativa del Paraguay durante la dittatura di Alfredo Stroessner che ad uno Stato che fa parte dell’Ocse. Il Governo vigili: se le accetta, l’intero piano di liberalizzazioni va all’aria. I tassisti ormai sono diventati come i sindacati dell’industria carbonifera nella Gran Bretagna degli Anni Settanta. O il Governo vince questa battaglia (liberalizzazione, almeno raddoppio delle licenze nelle grandi città, “price cap” per tariffe per il resto libere, scioglimento delle “cooperative” corporative, società di capitali) o perde la guerra per tenere l’Italia in Europa. Dovrebbe, poi, scattare immediatamente la precettazione ed il ritiro delle licenze per chi non la osserva.

Ci sono ormai due convinzioni diffuse e profonde tanto nei maggiori partiti quanto nella società civile: a) l’aumento dei prezzi dei beni e servizi più frequentemente acquistati dalle famiglie è accentuato dalla ragnatela di regole protezionistiche a tutela di segmenti di mercati; b) senza un forte processo di liberalizzazioni, ulteriori privatizzazioni produrrebbero non un’offerta a prezzi più convenienti per individui, famiglie ed imprese ma rendite di posizione a favore di pochi. Non è un argomento solamente al centro della politica economica italiana. Proprio in questi giorni l’Istituto Max Planck ha pubblicato un’analisi comparata da cui si conclude – sulla base anche dell’esame di alcune direttive comunitarie (quella sul mercato unico dei servizi, quella sull’Opa, quella sulle regole societarie) – che senza un effettivo processo di liberalizzazione il futuro stesso dell’Ue rischia di essere messo in questione. Un altro lavoro del Max Planck classifica, su 39 Paesi, l’Italia tra quelli ad economia di mercato ed ad alto reddito in cui un giovane imprenditore si scontra con regole più complicate e tempi più lunghi per creare un’azienda. Quindi, se l’Ue non liberalizza scoppia. Se l’Italia non liberalizza ad un tasso più rapido della media Ue, resta indietro (dato che è già in ritardo rispetto agli altri). Risolto con decisionismo il nodo-simbolo dei taxi, si potrà affrontare meglio quello del comparto, molto vasto, dei servizi pubblici locali. Circa 400 aziende, con 200mila addetti ed un contributo al pil variamente stimato tra l’1 per cento al 6 per cento (molto marcate le differenze regionali). I tentativi di privatizzazione, che avrebbero dovuto avere un impulso con la finanziaria del 2012, sono stati più formali che sostanziali. Ci è mossi in modo discordante in materia di trasporto pubblico locale, gas, energia elettrica e acque. Ci vuole un “big bang” (liberalizzare tutto insieme per neutralizzare spinte particolaristiche) come proposto in Francia dalla Commissione Attali. (ilVelino/AGV)
(Giuseppe Pennisi) 19 Gennaio 2012 22:35
li.

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