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A ROMA LA SINFONICA DIMENTICATA ESCE DAL SILENZIO
Roma - Nell’apertura di stagione dell’Osr, spazio agli autori del nostro primo Novecento, colpiti da damnatio memoriae per presunti legami col fascismo ed eseguiti all’estero molto più che in Italia
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Roma - L’inizio della stagione dell’Orchestra sinfonica di Roma (Osr), l’unico complesso sinfonico interamente privato in Europa, sostenuto dalla Fondazione Roma e da un’associazione di spettatori e di musicofili, ha avuto meno attenzione da parte dei media di quanto merita. È senza dubbio la più innovativa nel panorama poiché è in gran misura dedicata alla riscoperta del sinfonismo italiano. In Italia, la musica “colta” dal Settecento alla prima parte del Novecento è di solito associata con la lirica, mentre si dimentica che, da fine Ottocento a metà Novecento abbiamo avuto un grande stagione di musica sinfonica, ancora eseguita frequentemente all’estero ma coperta da una corte di oblio in Patria. Per quale motivo? Montemezzi, Casella, Malipiero, Pizzetti, Dallapiccola, Russolo, Pratella, Sgambati, Ghedini, Mancinelli, Catalani, Martucci vengono considerati, a torto più che a ragione, come espressione di un periodo che si vuole dimenticare. Uniche eccezioni: Petrassi e Respighi. Si tratta di compositori accusati, senza ragione, di essere stati fascisti mentre ad esempio Dallapicolla è stato uno dei 35 professori universitari che rinunciò alla cattedra all’avvento delle leggi razziali. L’unico certamente attivo nel Pnf è stato Puccini (tessera n. 2 del partito a Viareggio) ma solo per pochi anni perché lo porto via la morte. Si giunge al paradosso che mentre è stata riabilitata non solo la “Entartete Musik” tedesca, considerata “degenerata” dai nazisti, ma anche quella dello stesso compositore di corte di Hitler (Carl Orff), la musica italiana dello stesso periodo colpita dalla damnatio memoriae viene eseguita e rappresentata più all’estero che in Italia.
Grazie però agli sforzi dell’Osr del suo creatore e direttore, Francesco La Vecchia, “la sinfonica obliata” italiana sta uscendo dal silenzio. Nei primi due concerti allo storico Auditorium di via della Conciliazione a Roma si sono potuti gustare le musiche di scena di Giovanni Sgambati per un lavoro teatrale su Cola di Rienzo (partitura ritenuta perduta e ritrovata quasi per caso nella Biblioteca Casanatense a Roma), l’“introduzione, aria e toccata” di Alfredo Casella, la “marinaresca & baccanale” di Giorgio Federico Ghedini e la grandiosa “Sinfonia Drammatica” di Ottorino Respighi. Esecuzione impeccabile da un’orchestra che, nata giovanissima, in dieci anni di lavoro comune lavora con una grande intesa tra tutti gli elementi, amalgamando perfettamente suoni e impasti. Ciascun concerto ha avuto due esecuzioni (domenica pomeriggio e lunedì sera). Agli spettatori si schiuso un mondo nuovo e in gran misura non conosciuto in Italia, anche se apprezzato all’estero. Chi non era all’auditorium potrà ascoltarlo nella collana di dischi sul sinfonismo italiano che l’Orchestra sta curando con la casa editrice internazionale Naxos.
Inoltre l’Osr pratica prezzi bassi con l’obiettivo sociale di far conoscere la grande musica: per 30 concerti, l’abbonamento è 300 euro che diventano 180 per gli anziani e 100 per gli studenti. Ha un organico stabile di 80 professori d’orchestra, in gran misura attorno ai 35 anni di età. Ha effettuato tournée in tutto il mondo e nei dieci anni circa di attività ha svolto anche un’attività sociale: oltre 200 concerti in istituti di detenzione e pena, centri di recupero di tossicodipendenti, scuole di periferia. (ilVelino/AGV)
(Hans Sachs) 07 Novembre 2011 13:27
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