martedì 22 novembre 2011

LIRICA, PARTE STAGIONE A ROMA CON IL GIOCO DEL POTERE DEL “MACBETH” in Il Velino 22 novembre

LIRICA, PARTE STAGIONE A ROMA CON IL GIOCO DEL POTERE DEL “MACBETH”

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Roma - Il Teatro dell’Opera di Roma è una delle rare fondazioni liriche italiane che ha chiuso il bilancio 2010 in pareggio. Ciò è tanto più significativo perché il tessuto produttivo romano è una costellazione di piccole imprese; quindi, la fondazione non può contare – come la Scala - su numerosi soci privati e su una vasta rete di sponsorizzazioni, ma sull’apporto principalmente del Fus e di enti locali tutti in serie difficoltà di bilancio. Un altro handicap è la localizzazione del Teatro: a fine Ottocento era la più elegante della città e quella in cui più fervevano iniziative culturali, ma ora l’asse (specialmente per le attività musicali) si è spostato verso il complesso del Parco della Musica al Flaminio. Quindi, i risultati sono tanto più meritori e denotano una gestione amministrativa e artistica oculata. Domenica 27 novembre, alle 19, comincia, alla presenza del Capo dello Stato, la stagione 2011-2012. Un cartellone ricco che – escludendo il programma estivo alle Terme di Caracalla (ancora non annunciato) – comprende otto titoli operistici (due soli “Madama Butterfly” e “Il Barbiere di Siviglia” in nuovi allestimenti), cinque di balletto e un vasto e ben articolato programma di concerti. Si rafforzano, poi, grandi collaborazioni internazionali quali quelle con il Festival di Salisburgo, il Covent Garden di Londra ed i Teatri di Madrid e di Barcellona.

L’opera inaugurale è “Macbeth” di Giuseppe Verdi nell’allestimento presentato questa estate a Salisburgo, con scene, però, adattate al palcoscenico romano. È un titolo particolarmente adatto perché tanto la tragedia di Shakespeare quanto il melodramma verdiano sono imperniati sul “gioco del potere”, tema centrale ad una Capitale di cui la politica è sempre stata il cuore, specialmente dopo l’Unità d’Italia come ben illustrato nel romanzo “L’Imperio” di Federico De Roberto. Quale “Macbeth” vedranno e ascolteranno coloro che andranno al Teatro dell’Opera (le repliche durano sino all’11 dicembre). Pochi sanno che i “Macbeth” verdiani sono tre: quello del 1847 che ebbe la prima al Teatro La Pergola di Firenze; quello del 1865, fortemente rimaneggiato, per il Théâtre Lyrique di Parigi ed aggiornato di nuovo nel 1874. L’edizione del 1874 è raramente citata nelle stesse storie delle musica e viene messa in scena solo di tanto in tanto: se ben ricordo, l’ultima volta che è stata messa in scena è circa un lustro fa allo Sferisterio Festival di Macerata. Per la versione vista e ascoltata a Salisburgo, il direttore musicale Riccardo Muti ed il regista Peter Stein hanno scelto una combinazione della versione del 1847 e di quella del 1865. Quindi, per molti aspetti un “unicum” che forse entrerà in repertorio all’Opera di Vienna.

“Macbeth” narra della cruenta ascesa del protagonista, istigato dalla moglie, al potere assoluto e della sua successiva caduta. Quindi, sangue e guerra, nonché follia. A mezza strada tra un melodramma donizettiano (la prima versione) ed un dramma in musica prossimo a “Don Carlo”, “Aida” e “Otello” (la terza versione), senza un ruolo importante per un tenore spinto, con un soprano drammatico il cui registro deve sfiorare quello del contralto, l’opera ha avuto nell’Ottocento un successo relativamente modesto. Venne rilanciata da un’edizione strepitosa diretta da Vittorio Gui e successivamente dalla proposizione alla Scala il 7 dicembre 1952 con Victor De Sabata nel podio e Maria Callas protagonista.

“Macbeth” è opera difficile per i protagonisti. Nel suo epistolario, Verdi richiedeva “voci efficaci, anche se non belle”. Lady Macbeth è Tatiana Serjan, giovane ed affascinante, recentemente ascoltata a Roma in “La Battaglia di Legnano”. Gli altri protagonisti sono Dario Solari/Sebastian Catana (Macbeth), Riccardo Zan ellato (Banco), Anna Malavasi (Dama di Lady Macbeth), Antonio Poli (Macduff), Antonio Corian, Malcolm) Il Coro è diretto da Roberto Gabbiani, le scene sono di Ferdinand Wőgerbauer. A Salisburgo, lo spettacolo ha registrato un vero trionfo di pubblico e di stampa. Elogiata la perfetta direzione d’orchestra del Maestro Riccardo Muti, ricca di vigore, poesia, volo lirico, ampiezza di linee (come è stato scritto) e la regia di Peter Stein carica di forti suggestioni visive. Le Figaro ha titolato: “Macbeth retrouve ses couleurs”, “Sobre todo, por la fuerza y teatralidad musical de Riccardo Muti”, ha scritto El Pais. (ilVelino/AGV)
(Hans Sachs) 22 Novembre 2011 10:58

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