sabato 19 novembre 2011

Il Rossini in bilico di Ronconi in Avvenire 20 novembre

Il Rossini in bilico di Ronconi




Sémiramis di Voltaire è un a¬pologo della corruzione asso¬luta (e della perversione as¬soluta) derivante dal potere asso¬luto. Per il librettista Gaetano Ros¬si ed il trentenne Gioacchino Ros¬sini diventa un dramma passiona¬le. Semiramide ha ucciso il proprio marito Nino, con l’ausilio del pro¬prio amante Assur, che ha fatto an¬che sparire l’erede al trono, Ninia. Dopo anni, la Regina si innamora del giovane generale Arsace, senza sapere che è il proprio figlio Quan¬do il giovane apprende la verità, mette in atto una cruenta vendet¬ta in cui per errore uccide la propria madre. Catarsi finale e ritorno nel¬la pace nel Regno. Ultima opera di Rossini per un tea¬tro italiano (La Fenice) composta su misura per Isabella Colbran (con il compositore cui aveva un rap¬porto passionale da dieci anni), Se¬miramide è una tragèdie lyrique

con echi autobiografici. Inaugurò l’Opera di Roma nel 1880. Venne riscoperta al Maggio Fiorentino ne¬gli Anni Cinquanta. È articolata su un libretto altamente improbabile dove c’è di tutto (uxuricidio, ince¬sto, agnizioni, complotti di corte e di tempio, avvertimenti dall’oltre¬tomba) ma anche rimorso, penti¬mento e riscatto finale; la sua ese¬cuzione integrale richiederebbe circa cinque ore di musica (la ver¬sione in scena al San Carlo sino al 27 novembre ne dura tre e mezzo). Il materiale drammatico, però, conta relativamente: Semiramide è l’esaltazione della musica pura – il 'bel canto' belliniano special¬mente Norma – nonché il ponte es¬senziale verso il melodramma do¬nizettiano e verdiano.

Opera inaugurale della stagione del San Carlo, arriva in versione sobria e secca: in un’imponente scena u¬nica di Tiziano Santi e con il coro in buca (come in una tragedia gre¬ca); per Luca Ronconi, l’Assiria è u¬na terra devastata e Babilonia una città dove c’è appena stata una guerra. In questo quadro desolato si consuma la tragedia. Ottima la prestazione di Gabriele Ferro e del¬l’orchestra del San Carlo che met¬tono in risalto i momenti solistici (dell’oboe, dei fagotti e degli otto¬ni). Di grande livello, Laura Aikin che nata come soprano di colora¬tura, ora affronta parti (Lulu, Ma¬rie) che richiedono toni gravi. Due sorprese: un giovane svettante te¬nore 'rossiniano', Barry Banks, an¬cora poco noto, in Italia ed il con¬tralto spagnolo Silvia Tro Santal che scoperta al ROF negli Anni Novan-ta ha raggiunto piena maturità. Buono Simone Alberghini. Ap¬plausi entusiasti ma non lunghi poiché entrati alle 18,30 si è usciti quasi a notte fonda.

Giuseppe Pennisi

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