LA STRATEGIA FINANZIARIA E LE ILLUSIONI NON SALVERANNO L'EURO
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Roma - Ormai è chiaro a tutti. Il 21 Novembre, il Premio Nobel Paul Krugman lo ha scritto su un centinaio di testate internazionali: l’eurozona è ammalata non perché si è presa l’influenza od a causa della malignità del fato e della crudeltà degli essere umani ma perché è stata allestita in modo maldestro e senza riguardo ad elementi di base della teoria economica sin dalle origini. Molte voci si erano levate in questo senso a cavallo tra la fine degli Ottanta e l’inizio degli Anni Novanta: poche sono state quelle europee ed immediatamente tacciate di essere “anti-europee”, ove non “nemiche della Comune Patria Europea”. E’ anche chiaro che sui mercati internazionali si svendono titoli italiani ed ora anche francesi (dopo che si è sparato su quelli irlandesi, greci, spagnoli o portoghesi) non per prendersela contro questo o quel Governo ma perché nodi decennali stanno venendo al pettine e le piazze danno vita tormentata a breve all’eurozona così come la conosciamo oggi.
In effetti, l’essenza stessa del Trattato di Maastricht, e dei principi di base di una sana unione monetaria, sono stati violati il 9 maggio 2010, quando è stato dato vita al cosidetto “Fondo Salva-Stati”. Ora si propone di riscrivere il Trattato: per il Governo Monti il vero e proprio banco di prova sarà se in tale riscrittura sarà protagonista o comprimario. A mio avviso, nelle varie proposte di riscrittura si sta partendo con il piede sbagliato. C’è che si affida ad operazioni a più stadi per creare e sviluppare il mercato degli eurobonds sia per risolvere il nodo del debito sia per riavviare un processo di crescita. C’è chi rilancia l’illusione di un’unione politica proprio nella fase in cui i vari Stati sono “l’un contro l’altro armati” nei salvataggi di banche e nella guerra degli “spreads”. Le proposte messe concretamente sul tappeto sono marchingegni di ingegneria finanziaria: varie forme di “sanatorie” (a spese dei contribuenti) per tirare fuori dai pasticci questa o quella banca poco avveduta nell’acquistare titoli di dubbio valore.
Le illusioni non sono mai servite a nulla. Le alchimie finanziarie sono essenziali nel breve periodo per evitare fallimenti sistemici in cui tutti saremo vittime. Nel riscrivere i trattati occorre porre l’accento sull’economia reale: tracciare un percorso che consenta di individuare gli Stati in condizione di fare parte di un gruppo forse ristretto ma in grado di rispondere ai requisiti di un’unione monetaria, senza mortificare la crescita di reddito e di occupazione e trovare un sistema adeguato (tipo SME II) per gli altri. (ilVelino/AGV)
(Giuseppe Pennisi) 23 Novembre 2011 18:38
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