mercoledì 23 febbraio 2011

STUDI OCCIDENTALI IN FAVORE DEL POTERE AI MILITARI PROCRESCITA Il Foglio 23 febbraio

STUDI OCCIDENTALI IN FAVORE DEL POTERE AI MILITARI PROCRESCITA
Giuseppe Pennisi
Come mai, intellettuali europei (e nord-americani) di tradizione liberale applaudono alla presa di potere da parte dei militari in Nord Africa e Medio Oriente? E gli economisti sembrano addirittura esultare? In Egitto, si è verificato un vero e proprio “golpe” militare. Altri sono possibili in Libia e Bahrein, nonché in Marocco (ove il contagio si estendesse). Un processo analogo pare bollire in pentola in Giordania (tra varie gruppi o fazioni del complesso militare), mentre non è tra le eventualità per il futuro della Tunisia.
Quali le implicazioni per le libertà democratiche, la crescita lo sviluppo? Si posero il problema, nel lontano 1989, Douglas North (a cui due anni dopo sarebbe stato conferito il Premio Nobel per l’Economia) e Barry Weingast, in un saggio considerato un classico: guardavano , però, non al Nord Africa ed al Medio Oriente ma all’evoluzione verso la modernizzazione in Europa Occidentale. Lo loro risposta fu chiara e netta: quando una classe dirigente non è più in grado di impegnarsi in politiche che promuovono crescita e sviluppo, deve cedere lo scettro ad un “settore più ampio” della società. Una lettura “buonista” del saggio di North e Weingast ha fatto sì che tale locuzione venisse speso interpretata nel senso di dare il potere ad una classe dirigente che essa emergesse dalla “società civile”. Un lettura attenta del lavoro, indica invece che esso suggerisce una soluzione “autoritaria” che sospenda la democrazia proprio al fine di incoraggiare politiche di crescita e di sviluppo.
Uno studio, ancora inedito, di F. Andrew Hanssen di Clemson University e di Robert K. Fleck della Montana State University utilizza dati quantitativi davvero unici per applicare il “teorema” di North e Weingast all’evoluzione della democrazia e dello sviluppo economico nella Grecia antica, le cui condizioni, per certi aspetti, assomigliavano a quelle di Paesi ai primi stadi del progresso economico. Gli indicatori riguardano le statistiche sulle derrate, sulla costruzione di edifici pubblici, sull’evoluzione delle città, e sui collegamenti stradali. La conclusione è che le città-Stato di maggior successo nella Grecia classica erano governate da “tiranni”, con il supporto dei militari. Le “tirannidi” avevano una durata limitata nel tempo e attuavano politiche con un forte impatto sulla crescita (essenziale per mantenere lo scettro). La creazione di ricchezza portava gradualmente a forme di gestione collegiale del potere (ed ad una retrocessione del ruolo dei militari). Un esempio storico recente e calzante si ha proprio in Egitto, il cui processo di modernizzazione iniziò quando le redini del potere erano ben salde nelle mani di Mehmet Ali, e delle sue truppe.

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