Si è conclusa con ben 15 minuti di applausi al Musikverein di Vienna la tournée in Austria (quattro concerti nell’arco di una settimana) dell’Orchestra Sinfonica Romana (Ors), un complesso giovane, nato otto anni fa, con un’età media sui 30 anni e interamente privato. Creato e diretto da Francesco La Vecchia, l'Osr è sostenuta, oltre che dalla biglietteria, da una fondazione bancaria (la Fondazione Roma), da un’associazione di appassionati e, per l’appunto, dagli inviti all’estero. La tournée in Austria (la prossima sarà, in giugno, nel Nord America) ha portato l’Osr in santuari della musica: a Graz, Salisburgo e a Vienna, dove ha suonato nella “sala d’oro” del Musikverein. I concerti comprendevano, oltre a un poema sinfonico di grande repertorio, “Quadri di un’esposizione” di Mussorsgkj, nell’orchestrazione di Ravel, i poemi sinfonici “Le fontane di Roma” e “I pini di Roma” di Respighi e musiche di Martucci, Puccini, Verdi e Rossini. Il concerto conclusivo, al Musikverein, luogo noto anche in Italia per le dirette televisive dei concerti di Capodanno, è stato particolarmente importante: i 1400 posti della grande “sala d’oro” (come viene chiamata a ragione degli stucchi dorati) erano gremiti, oltre che dai frequentatori abituali, da un pubblico di autorità politiche e diplomatiche di numerosi paesi europei. Anche per le finalità sociali del principale sponsor dell’Osr, la Fondazione Roma, l’ambasciata d’Italia ha infatti operato tramite l’associazione umanitaria austriaca “Luce nella Fede”, che si occupa di bambini diversamente abili, per collocare biglietti come donazioni di beneficienza.
Gli esiti sono stati entusiasmanti perché dopo i tre poemi sinfonici di Mussorsgkj e Respighi, a grande richiesta del pubblico, il maestro La Vecchia ha concesso come bis il Notturno di Martucci, la sinfonia dei Vespri Siciliani di Verdi e l’ultima parte del Guglielmo Tell di Rossini. La serata al Musikverein ha consacrato i giovani dell’Osr tra le grandi orchestre europee, perché queste sono le uniche ammesse nella prestigiosa sala viennese. Nel momento in cui è in fase di avanzata elaborazione la nuova normativa sullo spettacolo dal vivo (un testo è stato appena licenziato dall’apposita commissione parlamentare), occorre chiedersi se sia saggio continuare a finanziare a pioggia circa 200 soggetti (aumentando anzi la platea dei potenziali beneficiari) o se si dovrebbero premiare coloro che meglio riescono ad autofinanziarsi, ad accreditarsi a livello internazionale e hanno l’età e il potenziale per crescere.
Prima di Vienna, la tournée austriaca dell’OSR ha fatto tappa a Salisburgo ed a Graz.
Salisburgo è, per eccellenza, una delle capitali europee delle musica. Non ha più di 100.000 abitanti (erano appena 8.000 all’epoca in cui Mozart era bambino), ma in una settimana di fine febbraio (quindi, fuori stagione e con molti alberghi chiusi) il locale Landestheatre aveva in scena due opere, “Tosca” e il “Franco Tiratore”, oltre a due spettacoli di balletti. Nei teatri scavati nella montagna erano in corso le prove del “Crepuscolo degli Dei” di Wagner, che sarà messo in scena a Pasqua nell’edizione curata dai Berliner Philarmoniker e diretta da Sir Simon Rattle e la riscoperta di opere napoletane dirette da Riccardo Muti e Fabio Biondi in occasione della Pentecoste. Inoltre, concerti ogni sera e anche la mattina tra cui uno in Cattedrale, ieri, diretto da Ivor Bolton. In questo ambiente dove si respira musica, è ancora più importante il successo riscosso dall’Orchestra Sinfonica di Roma (OSR), diretta da Francesco La Vecchia che l’ha creata circa otto anni fa, con due concerti tenuti in poche ore: sabato sera alle 19,30 e domenica mattina alle 11: un vero e proprio tour de force.
I giovani professori dell’OSR, guidati da La Vecchia, si rivolgevano, infatti, a un pubblico accorto e che quasi ogni giorno può fare confronti tra varie formazioni sinfoniche, cameristiche e operistiche. Un pubblico, dunque, non certo incline a facile entusiasmi e a rispondere con vere e proprie standing ovation – tutta la sala in piedi ad applaudire – e richieste di bis. Al primo programma, che ricalcava quello di Graz e prevedeva “Quadri di un’esposizione” di Mussorsgkj, nell’orchestrazione di Ravel e i poemi sinfonici “Le fontane di Roma”e “I pini di Roma” di Respighi, su grande richiesta del pubblico, La Vecchia e l’OSR hanno aggiunto il “Notturno op.70” di Martucci e la sinfonia da “I Vespri Siciliani” di Verdi. Al secondo, articolato su musica strumentale di Martucci e numeri strumentali da opere del grande repertorio italiano, la risposta alla richiesta di bis è stato l’ultimo movimento de “I pini di Roma”, la marcia dei soldati romani e dei consoli sulla Via Appia. Il successo della OSR a Salisburgo è particolarmente significativo: dimostra come un complesso privato italiano, composto per lo più da giovani, sia diventato competitivo sulla scena internazionale e supera per qualità orchestre più note e pubblicizzate. Vuol dire che la sinfonica italiana e romana sta acquistando un ruolo europeo e diventando parte integrante dell’immagine dell’Italia nel mondo. È argomento su cui occorre riflettere, in un momento in cui si sta rimettendo mano alla normativa sulle arti dal vivo e di cui si tornerà a parlare al termine di questa tournée della OSF.
In un momento in cui si sta predisponendo una nuova normativa per le fondazioni liriche e sinfoniche, è significativo che l’Orchestra sinfonica di Roma, unico complesso sinfonico interamente privato, sia stata invitata a suonare nella Stefaniensaal, una sala ricoperta di stucchi dorati nella capitale della Stiria, Graz. La Stiria, un tempo regno indipendente, è stata per secoli la frontiera più avanzata dell’Occidente rispetto all’Impero ottomano, che nel Seicento giunse a prendere d’assedio Vienna. Per quanto fondata (pare) dalle legioni romani, il nome viene dallo slavo “gradec”, piccolo castello; in effetti, una rocca domina l’elegante città di 280 mila abitanti dove il Medioevo dei vicoli del centro storico più antico sboccano nel barocco austriaco e nel liberty di quella che oggi è, per popolazione, la seconda città dell’Austria e ha una vivace vita industriale, commerciale e culturale. Questo per sottolineare come a Graz , in uno dei Laender più orientale dell’Austria, si respiri cultura occidentale. È la prima volta che una grande orchestra italiana, anche se giovane (otto anni di vita, età media degli orchestrali sui 30 anni) è stata invitata per un concerto che, nonostante fosse “fuori abbonamento”, ha riempito quasi tutti i 1.200 posti della sala (una dimensione enorme per una città di meno di 300 mila abitanti) e con un programma che accostava un poema sinfonico notissimo (“Quadri da un’esposizione” di Modest Mussorgskij, nell’orchestrazione di Maurice Ravel) con due grandi capolavori del “Novecento storico” italiano come “Le Fontane di Roma” e “I Pini di Roma” di Ottorino Respighi.
Esecuzioni salutate favorevolmente da un pubblico avvertito e preparato, cui non manca l’offerta musicale, visto che il teatro dell’Opera ha una stagione in cui una ventina di titoli si alternano su 90 rappresentazioni, un’importante orchestra sinfonica e uno stabile di prosa (lo Stefaniensaal) con un cartellone vasto e variegato. È la prima volta che un’orchestra sinfonica italiana si esibisce alla lussuosa Stefaniensaal. È un caso che gli austriaci dell’avamposto occidentale della Stiria abbiano scelto l’orchestra più giovane sia come data di nascita del complesso sia come profilo di età degli orchestrali? Non proprio. Da Graz, inclusa dall’Unesco tra il “patrimonio dell’umanità” e designata dalla Commissione Europea come “Capitale Europea della Cultura” per il 2003, parte un’indicazione anche all’Italia: nel momento in cui si sta rimettendo mano al sostegno pubblico delle arti dal vivo, occorre ridurre il supporto che per inerzia viene dato a polverosi pozzi senza fondo e pensare invece a meccanismi di matching grants in cui sia aiutato che si è meritato l’apprezzamento internazionale (distante dalle nostre questioni di bottega) e riesce, con la propria qualità artistica e con la propria serietà amministrativa, ad attirare sponsor e pubblico.
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