CLT - Musica, il ritorno di Claudio Abbado a Roma
Roma, 29 mar (Velino) - Lo scorso giugno, per celebrare i 300 anni della nascita di Giovanni Battista Pergolesi, a Jesi si esibì in concerto l’Orchestra Mozart. Da quell’esibizione è stato tratto un pregevole cd, appena prodotto dalla Archiv in cui l’Orchestra, guidata dal direttore Claudio Abbado esegue lo “Stabat Mater”, il “Salve Regina” e il “Concerto per violino” di Pergolesi. In questi giorni l’Orchestra Mozart sta trionfando a Roma con tre concerti (l’ultimo si terrà stasera) prodotti dall’Accademia di Santa Cecilia nel quadro della propria stagione sinfonica in abbonamento. C’era grande attesa perché Abbado, che a 77 anni seleziona con cura le proprie apparizioni in quanto ha sofferto di un grave cancro allo stomaco, mancava dalla Capitale da quattro anni. I tre concerti romani si svolgono nel quadro di una tournée che porterà l’orchestra, la cui sede è a Bologna, a Milano, Parigi, Ravenna e Ferrara. L’Orchestra Mozart è una delle rarissime orchestre private italiane. Nata da un'idea di Carlo Maria Badini come progetto speciale dell'Accademia Filarmonica di Bologna grazie all'apporto determinante della Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna, Abbado ne ha assunto la direzione artistica e ne ha delineato il profilo invitando strumentisti di rilievo internazionale, come Giuliano Carmignola, Danusha Waskiewicz, Wolfram Christ, Enrico Bronzi, Mario Brunello, Alois Posch, Jacques Zoon, Alessandro Carbonare, Alessio Allegrini. Accanto a loro, una quarantina di giovani musicisti provenienti da tutta Europa: Italia, Spagna, Francia, Germania, Austria, Olanda, Norvegia, Finlandia, Ungheria e Russia. E’ quindi una formazione adatta sia alla cameristica che alla sinfonica del Settecento e dell’Ottocento. Per la sinfonica a grande organico del Novecento deve essere rafforzata, come avverrà a Milano dove suonerà Mahler con i Filarmonici della Scala. Dalla stagione 2010, Abbado ha voluto al suo fianco Diego Matheuz come direttore ospite principale. Il venticinquenne direttore d'orchestra e violinista venezuelano, già assistente di Gustavo Dudamel, rappresenta uno degli esiti più felici del ben noto “Sistema” di Josè Antonio Abreu e si sta rapidamente imponendo come uno dei giovani talenti più promettenti a livello internazionale.
L'Orchestra Mozart ha debuttato il 4 novembre 2004 al Teatro Manzoni di Bologna, diretta proprio da Abbado. Da allora sono saliti sul podio grandi direttori come John Eliot Gardiner, Ottavio Dantone, Trevor Pinnock e Frans Brüggen. Il 25 ottobre 2008, al PalaDozza di Bologna, l'Orchestra ha eseguito un memorabile “Te Deum” di Berlioz, assieme all'Orchestra Giovanile Cherubini, all'Orchestra Giovanile Italiana, al Coro del Teatro Comunale di Bologna e al Coro Verdi di Milano. L'imponente coro di voci bianche era composto da più di seicento bambini. Il concerto è stato fortemente voluto da Claudio Abbado, che ha così accolto l'appello del Comitato Nazionale per l'Apprendimento Pratico della Musica a dare un forte segnale di sensibilizzazione su questo importante aspetto di politica culturale. Il 13 giugno 2009, all’Auditorium della Scuola della Guardia di Finanza di Coppito (L’Aquila), Abbado e l'Orchestra Mozart hanno voluto dedicare un concerto alle popolazioni abruzzesi colpite dal sisma. Parallelamente è stata promossa l'iniziativa “Orchestra Mozart per l'Abruzzo. Una casa per la musica”, per raccogliere fondi destinati alla realizzazione di una struttura in cui tutte le realtà musicali aquilane possano riprendere immediatamente le proprie attività. L'Orchestra promuove, inoltre, sinergie nel tessuto musicale e sociale di Bologna e di tutta l'Emilia Romagna. Concerti speciali e prove generali vengono riservati alle associazioni del Terzo Settore (più di cinquanta quelle convenzionate) e agli studenti, collegandosi al ciclo didattico “Viaggio nella storia della musica”, promosso dall'Accademia Filarmonica, a cui partecipano ogni anno più di mille ragazzi. Abbado ha poi voluto rivolgere diverse iniziative a realtà quali Caritas, Istituto Penale Minorile e Casa Circondariale.
Il programma presentato a Roma comprende, nella prima parte, la “Sinfonia No 4. L’Italiana di Felix Mendelssohn Bartholdy e il “Concerto in Sol Maggiore” per violino e orchestra K 216 di Wolfgang Amadeus Mozart e, nella seconda parte, il “Concerto in Do” maggiore k. 551 Jupiter, sempre di Mozart. Come fuori programma, alle richieste di bis, Abbado e l’orchestra hanno risposto generosamente con l’Ouverture “Egmont” di Ludwig van Beethoven. Un programma, quindi, che spazia dalla fine del Settecento al romanticismo ottocentesco, un tessuto interessante di affinità e continuità, in cui si privilegiano composizioni, note al grande pubblico e tali da richiedere una formazione orchestrale contenuta. Abbado dirige senza spartito, quasi immobile, con un gesto larghissimo del braccio sinistro e movimenti quasi impercettibili della bacchetta. Uno stile al tempo stesso austero ed elegantissimo che ricorda quello di Carlos Kleiber (si veda il volume di Alessandro Zignani “Carlos Kleber –Il Tramonto dell’Occidente” appena uscito per i tipi di Zecchini Editore). Ne l’”Italiana”, Abbado e l’Orchestra hanno cesellato i ricordi di Mendelssohn Bartholdy del proprio soggiorno nella Penisola e il senso di gioia e di piacere che il viaggio diede all’allora giovane compositore. Nel Concerto per violino ed orchestra, al merletto orchestrale non ha corrisposto una pari raffinatezza da parte del solista Giuliano Carmignola (più adatto al repertorio barocco). Trionfale l’esecuzione della “Jupiter”, più vicina – tra quelle di riferimento- a Karl Böhm (anche per la delicatezza con cui viene trattato il “Rondò”) che a quella di Richard Strauss. In breve, un vero e proprio testamento di un secolo che termina, seguito dall’irruenza dell’”Egmont” che simbolizza quello che inizia.
(Hans Sachs) 29 mar 2010 16:34
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