lunedì 3 settembre 2007

UN RUOLO PIU' MODERNO PER IL FONDO MONETARIO

Una famosa commedia americana (“Il prurito del settimo anno”), tradotta in un film che lanciò Marilyn Monroe (“Quando la moglie è in vacanza”), si basava sull’assunto che mediamente ogni sette anni una coppia entra in crisi. Molti più intensi, e molto più brevi, i tempi dei mercati finanziari. Quel simpaticone eterodosso di Larry Summers (ex Segretario al Tesoro Usa) ha tenuto una classifica (e la ha messa sul suo blog): negli ultimi 20 anni, c’è stata una crisi ogni tre anni. Quindi, la crisi dei mutui subprime sarebbe dovuta esplodere circa un anno e mezzo fa: istituzioni finanziare internazionali (Ifi), banche centrali, authority grandi e piccole , gestori di fondi avrebbe dovuto tenerlo in conto in quanto erano, per così dire, avvisati. Ed avrebbero dovuto mettere in allerta i loro clienti. Tanto più che il proliferare non solo di Cdo, ma anche di Cdo al quadrato ed al cubo (lo dice JP Morgan) avrebbe dovuto essere per tutti un segnale di aumento del rischio e di un forte alone di incertezza. Oggi a crisi esplosa, si propongono rimedi peggiori del male:
· Consulenti dei Governi di Germania e Francia pensano di risolvere il problema nazionalizzando le agenzie di “rating”. Consiglieri del Governo italiano progettano addirittura agenzie nazionali coordinate a livello internazionale (ossia carrozzoni al quadrato). Sino a quando il “rating” è affidato a aziende private, il mercato le premia e sanziona (si è visto nel caso delle società di revisione di Parmalat); una volta il compito è messo nelle mani di burocrati indirizzati da politici, è più pratico confidare nelle novene. Occorrerebbe, al contrario, semplificare e snellire le authority per la tutela del risparmio (seguendo la maggioranza dei Paesi europei che ne hanno una sola).
· Negli Usa, una scuola di pensiero vorrebbe estendere il numero delle banche assicurate direttamente con la Fed (quelle, oggi relativamente poche, a cui si applica il tasso di sconto) ed anche aumentarne la copertura. Si è già visto che la riduzione del tasso di sconto del 17 agosto ha avuto effetti modesti, accompagnati da danni strutturali seri in quanto (in barba alle legge vigente) le banche sono state autorizzate (lo si è appreso dal verbale della Fed reso noto il 24 agosto) a fornire prestiti sino al 30% del capitale (invece del tetto 10% previsto dalla normativa). Ciò ha disorientato gli operatori (e contribuito a trascinare le Borse al ribasso nei giorni seguenti). Ancora una volta, la semplicità e la linearità (nella confezione dei prodotti finanziari) sono gli ingredienti di base per contenere il rischio (le deroghe , specialmente se implicite, confondo).
· I barracuda esperti della diplomazia economica prendono spunto dalla crisi per rilanciare proposte di agenzie internazionali per il monitoraggio di vari fondi. “Jobs for the boys”- posti per gli amici – di dubbia utilità data la rapidità con cui procede l’innovazione finanziaria.
Cosa fare? In primo luogo, se ogni tre anni c’è una crisi (grande o piccola), stare con gli occhi aperti in modo da smorzarla sul nascere (così come fanno le coppie quando, al settimo anno, avvertono nervosismi e formicolii). Per stare in allerta , occorrono istituzioni e forme di monitoraggio agili e spedite. Cominciamo a fare un po’ di pulizia tanto all’interno quanto a livello europeo. Auguriamoci che il nuovo management del Fondo monetario si interessi maggiormente a questi temi invece di andare a dare la caccia alla farfalle (come ha fatto, con la connivenza un po’ di tutti, negli ultimi anni).

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