A Johns Hopkins University, allora (fine anni ’60) nei pressi di Dupont Circle (all’epoca considerata la Piazza di Spagna di Washington D.C., capitale Usa), il mio Professore di Economia Isaiah Frank, scomparso centenario da pochi mesi, concludeva ciascuna lezioni con un intercalare: “Soprattutto, non facciamoci illusioni”. Noi graduate students sui 25 anni di età ridacchiavamo. Anche perché di illusioni ce ne facevamo tante.
L’intercalare del buon Prof. Frank (che è anche stato Sottosegretario di Stato per gli affari economici) mi è tornato alla mente in queste ultime settimane in cui molti italiani (basandosi su dichiarazioni di uomini di Governo e dello stesso VVV, Viceministro Vincenzo Visco responsabile per la politica tributaria) si sono illusi che, dopo la stangata del 2007, la finanziaria 2008 portasse un po’ di fiato agli individui, alle famiglie, alle imprese , all’economia ed alla società tutta con una riduzione della pressione fiscale-contributiva – che nel prossimo anno minaccia di essere la più alta al mondo. A dire il vero gli uffici di VVV (e i suoi collaboratori più diretti) hanno messo a punto un programma di ritocchi al ribasso delle aliquote che comportava in primo luogo un ribasso delle imposte societarie. Al momento in cui scrivo, non so (e non credo che lo sappia neanche Romano Prodi) come andrà a finire la riunione di questa notte del 26 settembre del sinedrio dell’Ulivo. Appare, però, molto verosimile che la conclusione sia qualche ritocchino all’Ici, per gli appartamenti di meno di 100 quadrati , purché siamo prima casa di famiglie negli scaglioni di reddito meno elevati. Un’operazione puramente mediatica, in omaggio, in parte, al Family Day. VVV ed i suoi collaboratori hanno rimesso nel cassetto le loro proposte di sgravi in quanto contingenti a riduzioni della spesa che nessun Ministro pare intenda fare.
Anzi, per contenere gli esborsi correnti dello Stato pare si sia inventata (in controtendenza con tutto il mondo) l’abbassamento dell’età per la messa a riposo obbligatoria di statali, professori, magistrati ed altre categorie del pubblico impiego. E’ una mera partita di giro (di dubbia costituzionalità) che sposta dalle pubbliche amministrazioni e dagli enti pubblici all’Inpdap ( che è per sempre parte di Pantalone) l’onere della spesa. Inoltre , vengono fatte nutrire illusioni sui risparmi che deriverebbero dall’accorpamento degli enti previdenziali, nonché dalla creazione di nuove agenzie (di norma le agenzie, sottospecie dei carrozzoni pubblici di cui si parlava un tempo, comportano spese non risparmi).
Non solo non si parla di tagli alla spesa (e quindi alle tasse ) ma mentre Romano Prodi rientrava da New York la sinistra “radical-reazionaria” ha nuovamente tirato fuori dal cappello l’idea di aumentare l’aliquota sulle rendite finanziarie- un aumento che, da un lato, colpirebbe principalmente il ceto medio e, dall’altro, frenerebbe il già modesto afflusso di capitali (e di investimenti diretti esteri) alla volta dell’Italia.
“Soprattutto non facciamo illusioni”, come diceva, al termine di ciascuna lezione, il buon Isahia Frank. Secondo gli ultimi spifferi di Palazzo Chigi, la “manovra” che, se benedetta dal sinedrio dell’Unione, arriverebbe venerdì in Consiglio dei Ministri ammonterebbe a 10.575 milioni di euro di cui 6.050 milioni attraverso il maggior gettito fiscale e 4.525 milioni attraverso i tagli di spese. I secondi sono in gran parte un’impressione ottica. Il primo dipende , in parte, da una crescita ipotizzata a livelli molto più elevati (1,7%) di quelli realisticamente stimabili (1-1,3% del pil) e dalla speranza che proseguano ancora gli effetti delle misure sulle entrate approvate nella precedente legislatura.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento