Questa è più che una recensione la cronaca di un adattamento, ancora in costruzione, del Flauto Magico di Wolfgang Amadues Mozart, ad opera dell’Orchestra multietnica di Piazza Vittorio, un ensemble creato nel 2002 per iniziativa di alcuni giovani italiani e stranieri del quartiere Esquilino della capitale che il 18 settembre si è esibita al Teatro Costanzi, la sede maggiore del Teatro dell’Opera di Roma, esaurito sino all’ultimo strapuntino. Dell’ensemble fanno parte quattordici uomini e due donne provenienti da Europa, Africa e Americhe. Suonano con strumenti originali delle loro terre di origine. Cinque sono italiani, un ungherese, due tunisini, due senegalesi, due cubani, un ecuadoregno, un brasiliano ed un argentino. La caratteristica di fondo – componente essenziale del loro successo, è la fusione di pop, jazz, musica etnica di strada ed anche classici. L’orchestra di Piazza Vittorio non è sovvenzionata dallo Stato, tutti gli artisti hanno permessi di soggiorno regolari (spesso svolgono anche un altro lavoro) ed in quattro anni hanno tenuto circa trecento concerti, partecipando a vari festival internazionali ed ottenendone spesso premi.Il loro repertorio tradizionale si sta diversificando per entrare nel campo della musa bizzarra ed altera, la lirica. La seconda parte del concerto presentato all’Opera di Roma (la prima era dedicata a brani tipici dell’ensemble) è un adattamento, in progress, del mozartiano “Flauto Magico”- di cui viene rappresentata, in versione di concerto, la prima scena (in breve, ouverture, Pamino e mostro, arrivo delle tre Dame, arrivo di Papageno e aria della Regina delle Notte). Il programma è di completare il lavoro nel 2008 e nel 2009 e di essere in grado di eseguirlo interamente tra 18 mesi.Abbiamo, quindi, avuto un assaggio.Si tratta di una rielaborazione molto differente da quelle effettuate da musicisti contemporanei (Henze) o del Novecento storico (Malipiero) di classici del Cinque-Seicento, spesso tramite manoscritti privi di orchestrazione oppure di adattamenti per organici ridotti oppure ancora per un pubblico di bambini. Il tentativo (a cui non si può non augurare successo) è quello di creare, partendo dall’originale, un Flauto Magico multietnico e di strada. I vari momenti musicali sono raccordati da un narratore che interpreta con spirito la vicenda. C’è per il momento una sola voce: il percussionista senegalese, un baritono leggero, nel ruolo di Papageno. Le tre dama, la Regina della Notte ed il Tamino della mirabile aria del ritratto sono affidati a varie parti dell’ensemble con strumenti e suoni dal colore e calore di terre lontane.E’ naturalmente prematuro formulare anche un preliminare giudizio. Occorre, però, dire che il pubblico ha accolto il tentativo con ovazioni da stadio. Il rinnovamento dell’opera passa anche per questi esperimenti.
Giuseppe Pennisi
La locandina
Data dello spettacolo: 18/09/2007
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