A pochi giorni di distanza (ed alla vigilia della presentazione della legge finanziaria), il Governo ha diramato due documenti molto differenti tra loro: a)il libro verde sulla spesa pubblica; e b) il quaderno bianco sulla scuola. Alla lettura del primo si ha l’impressione di essere alle prese con un semi-lavorato denso di denunce sull’inefficienze della spesa pubblica ma privo non solo di raccomandazioni su come superarle ma anche dell’indicazione di strumenti su come affrontare i problemi puntuali. Il secondo, presentato il 21 settembre e on line dal 24 settembre sul sito www.istruzione.it non contiene unicamente una diagnosi di problemi peraltro noti ai lettori di ItaliaOggi ma soprattutto (oltre metà delle circa 200 pagine a stampa fitta) indicazioni di una possibile terapia. Secondo il “quaderno bianco” tale terapia è già stata concordata, nelle grandi linee, con le organizzazioni sindacali del settore nel giugno 2007 e, quindi, ha una buona probabilità di venire attuata anche nell’eventualità di cambiamento di maggioranza, di Governo e di nuove elezioni. Una strada “bipartisan”, come insegnano i “White Papers” britannici – un “unicum” per molti aspetti nel nostro Paese dai tempi del piano generale dei trasporti del 1986.
Il quaderno conferma, in un’ottica bipartisan, l’esigenza e l’opportunità di proseguire il percorso avviato per rafforzare l’autonomia degli istituti nel quadro di un contesto generale in cui lo Stato definisce gli indirizzi generali ed il livello minimo di prestazioni. Pone l’accento su come ottimizzare la risorsa più importante del settore: gli insegnanti- A tal fine, per la prima volta in Italia, viene costruito un modello per prevedere e programmare a medio-lungo termine il fabbisogno territoriale di insegnanti e di organici (anche alla luce di modifiche di politiche del settore o di politiche alternative); è un modello, dunque, sia di previsione sia di simulazione, superiore a quelli utilizzati in molti Paesi Ocse. Sulla base di questo modello, propone un disegno operativo per proseguire la costruzione di un sistema nazionale di valutazione degli apprendimenti da parte degli studenti, nonché dell’efficienza e dell’efficacia di ogni singola scuola. Avanza, poi, proposte puntuali in materia di formazione iniziale e reclutamento, incentivazione, assegnazione degli insegnanti alle scuole e formazione permanente in servizio. Offre, infine, raccomandazioni specifiche (e coerenti con l’impianto generale del documento) per l’azione aggiuntiva (per 3,6 miliardi di euro) da svolgere, con il supporto comunitario, nel Mezzogiorno nel periodo 2207-2013.
La scuola è uno dei settori più vasti della società italiana in quanto concerne diversi milioni di studenti, famiglie, insegnanti, e personale amministrativo. Il capitale umano ed il capitale sociale (che nascono e si alimentano nelle aule scolastiche) sono la leva principale dello sviluppo economico; quindi, come rilevato dal recente studio della Confindustria “Una democrazia funzionante per una politica economica riformatrice” (presentato il 20 settembre, quindi la vigilia della diramazione del documento sulla scuola), una istruzione di qualità è essenziale per le imprese ed il mondo della produzione e dei servizi in generale.
Le proposte specifiche del “quaderno bianco” sono tanto numerose che non possono, e non debbono, accontentare tutti coloro che hanno interessi legittimi nel settore. Il “quaderno”, tuttavia, pone il dibattito al di sopra delle beghe di bottega, accettando implicitamente anche la parte del percorso riformatore effettuata nella precedente legislatura. E soprattutto offre strumenti nuovi (il modello di previsione e simulazione) che potranno essere utili a chiunque abbia la responsabilità del settore.
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