giovedì 19 luglio 2007

ARRIVA UN ALTRO SCIPPO SU PENSIONI E SALARI

Il Ministro delle Finanze del Re Sole, Jean-Baptiste Colbert, diceva che i Ministri parlano per decreti non tramite libri, saggi o interviste. E per decreto (il Decreto Ministeriale del 4 marzo 2007 n. 45 pubblicato sulla G.U. del 10 aprile 2007, n. 83) , Tomaso Padoa-Schioppa parlò: proprio mentre i portavoce del regime intonavano coretti a cappella sul presunto “tesoretto”, decretò che la finanza pubblica è al collasso. Se ne sono accorte le agenzie di classificazione dei titoli mobiliari e la stampa straniera prima dei diretti interessanti (DIPENDENTI E PENSIONI DI ENTI PUBBLICI E PENSIONATI INPDAD – OSSIA ALCUNI MILIONI DI UOMINI E DONNE). Dalle loro tasche dal prossimo autunno verrà tolto, ogni mese (e per sempre), lo 0,35% delle retribuzioni (ai lavoratori) e lo 0,15% (ai pensionati) se non inviano nei prossimi giorni un modulo all’ufficio provinciale Inpdap di loro competenza per opporsi al prelievo: la modulistica è disponibile sul sito della Federazione lavori pubblici e pubbliche funzioni (www.flp.it, CLICCANDO IL CANALE DOCUMENTI ED ANDANDO AL DOC. N. 40 DEL 31 MAGGIO SCORSO).
Il prelievo viene formalmente giustificato dalla ADESIONI AL FONDO PER IL CREDITO AGEVOLATO Inpdap (per quale motivo, ove ce ne fosse l’esigenza, non affidare questa funzione a uno o più istituti bancari?); le radici di tale iniziativa affondano (è il termine appropriato) nella legge delega del 14 maggio 2005 n. 80 che della riforma del codice di procedura civile- le strade dei prelievi sono infinite. Si viene “iscritti di diritto al fondo” (senza che se ne sia fatta alcuna pubblicità) se nella calura di mezza estate non ci si affretta a inviare, per raccomandata, il modulo in cui si comunica “la propria volontà di non” farne parte.
In sostanza, siamo ad un misura analoga al balzello sui depositi in conto corrette attuato nell’estate del 1992 dal Governo Amato nel mezzo della crisi valutaria che travolse la lira. La differenza è che si tratta non di una una tantum (come il balzello Amato) ma di una semper tantum , “non rimborsabile” neanche se - quando ci si accorge- di avere meno soldi in busta paga, si protesta e si chiede di uscire dal nuovo carrozzone. Il ricorso ad un prelievo estivo all’insegna dell’umma-umma (con la scusa del silenzio assenso) è la certificazione del collasso della finanza pubblica caratterizzata della spesa facile e di nuove agenzie costose e spendaccione (come quelle in cantiere per gli aiuti al terzo mondo e per la formazione).
Cosa fare? In primo luogo, chi è in tempo (secondo una lettura del decreto la scadenza è in agosto, secondo un’altra in settembre), corra a fare la raccomandata per evitare lo scippo dal proprio stipendio o dalla propria pensione. In secondo luogo, chi ha risparmi, esamini con cura il proprio portafoglio E’ altamente probabile che giovedì 19 luglio alle 10, la Bce aumenti i tassi d’interesse, misura che necessariamente deprezza il valore delle obbligazioni in essere. Unitamente alla notizia sulla vetta himalayana toccata dal nostro debito pubblico ed al diffondersi delle informazioni sul nuovo prelievo (pur se in maschera), i titoli di Stato rischiano grosso. I dipendenti pubblici ed i pensionati (tra i principali acquirenti di titoli di Stato) sono, quindi, in pericolo due volte: nel flusso di reddito netto e nel valore del loro (piccolo) patrimonio. Chi si ferma, è perduto, come diceva sin dal titolo, un film di Totò……………………………che spesso sapeva leggere nelle pieghe delle dichiarazioni-per-decreto meglio di tanti barracuda-esperti.

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