mercoledì 27 settembre 2017

LA CORTE, I CONTI E LE ARTI in rivista MUSICA ottobre



LA CORTE, I CONTI E LE ARTI
Giuseppe Pennisi

Nel racconto di Luigi Pirandello ‘Amicisimi’, Conte di nascita, ma purtroppo senza più né contea né contanti, Gigi Mear aveva nella beata incoscienza dell'infanzia manifestato al padre il nobile proposito d'entrare in quell'ufficio dello Stato credendo allora ingenuamente che fosse una Corte, in cui ogni conte avesse il diritto d'entrare’ Vi  entrò, e pur essendo velocissimo nel trattare scartoffie, riscontò che là imperava la lentocrazia. Nei Ministeri, si racconta che nel giugno 1944, Il Generale Clarck venne guidato a vedere i Palazzi del Potere della capitale da lui liberata. In quel di Via Venti Settembre coabitavano, nell’immenso edificio in stile piemontese, il Ministro delle Finanze (che allora inglobava anche il Tesoro) e la Corte dei Conti. In particolare, la Corte dei Conti era l’inquilino dell’ala che affaccia su Via Pastrengo, in locali, da anni destinati al Ministro, a cui si accede con una scalinata in marmo arricchita da statue. Dopo avere visto lunghi corridoi con i pavimenti imbrattati da cicche di sigarette, il Gen. Clark, giunto di fronte al marmoreo scalone esplose – imprecazione irripetibile – “What is this?” (Cosa è questo?). Gli venne detto che era la Corte dei Conti. Confuso perché pensava che si trattasse di un apparato di Casa Savoia, gli venne spiegato cosa era e cosa faceva – altra parola irripetibile – “This is a marvellous idea […] but if we had it in the US, we might have lost the war” (Un’idea meravigliosa ma se avessimo qualcosa di simile negli Stati Uniti, avremmo rischiato di  perdere la guerra).
Pirandello e questo aneddoto mi sono tornati alla mente alle lettura del sobrio (e come sempre signorile) comunicato del Sovrintendente del Rossini Opera Festival (ROF), da lui creato e guidato per trentotto edizioni, di dimissioni ad un anno dal termine di un incarico rinnovatogli nel 2015 ed in scadenza nel 2018. La decisione di chiudere la partita con pochi mesi di anticipo sulla scadenza naturale sarebbe stata causata da una comunicazione della Corte dei Conti in cui lo si informava di perplessità e, quindi, di approfondimenti in corso. Le perplessità delle Corte originano della cosi detta ‘Legge Madia’(legge n. 124 del 2015) con cui si vietano incarichi a pensionati (tranne che per un anno ed a titolo gratuito) . Il Dr. Mariotti è in pensione da dirigente medico in quanto è stato per anni un noto oncologo di fama internazionale.
Si pongono due problemi. Uno di sostanza ed uno di forma. Sulla sostanza, l’attività di un Sovrintendente non ha caratteristiche artistico culturali analoghe a quelle di categorie specificatamente esentate dal divieto (direttori di cori e di orchestre, docenti e di recente conduttori televisivi Rai?). Ove la Corte dei Conti avesse avuto perplessità non avrebbe dovuto palesarle e fare i necessari approfondimenti alla firma del contratto e non a pochi mesi dalla scadenza?
Il Premio Nobel Pirandello ed il Gen. Clarck forse avevano visto nel giusto. Occorre rilevare che gli organi di governo del ROF hanno risolto le crisi in poche ore con una scelta ineceppibile.

Nessun commento: