BUCAREST VIBRA DI PASSIONEE PER LA MUSICA
Giuseppe Pennisi
Dal 2 al 24
settembre è in corso a Bucarest ed in sette altre città romene un festival
relativamente poco frequentato da italiani ma a cui giungono spettatori da
tutto il mondo. I biglietti per i principali eventi si sono esauriti nel giorno
di pochi giorni , ed in alcuni casi minuti, da quando sono stati messi in
vendita all’inizio di febbraio. Tra botteghino ed internet, sono finiti in dieci
minuti, dalla messa in vendita. i biglietti , nella serie ‘le grandi orchestre
del mondo, i biglietti per i concerti della Filarmonica della Scala con David
Garrett, della Royal Philarmonic di Londra con Martha Argerich e della Israeli
Philarmonic Orchestra con Khatia Buniatishvili. Nella serie i ‘grandi solisti’,
sono bastati pochi secondi perché si esauriscano i biglietti per Lang-Lang e
per il recital di Jonas Kaufmann ed Anoushka Shankar, e poco più di cinque
minuti per quelli di Leonidas Kavakos, Gautier Capuçon e Maxim Vengerov. Sono concerti
tenuti in una sala di 4.000 posti.
Nella serie ‘
musica da camera’, velocissime le vendite dei concerti dell’Academy of Saint
Martin in the Fields, dell’Arpegiata Ensemble e della Philarmonia di Londra,
Infine, nella serie ‘attorno a mezzanotte’, i concerti che hanno venduto più
rapidamente sono stati quelli di Jordi Savall, Misha Maisk e Giulio Carmignata.
Queste serie sono ospitate in gran misura nell’elegante ‘Ateneo Romeno’, di
circa 900 posti, costruita all’inizio nel Novecento e nel sui soffitto è
affrescato con la storia della Romania.
Il
Festival Enesco ha poco da invidiare a manifestazioni come quella di Lucerna e
che sfida, a prezzi al che sono meno di un quarto di quelli austriaco, la
stessa Salisburgo. Dal 1958, quando tre
anni dopo la morte di George Enescu a cui il festival è dedicato, la
manifestazione (biennale) è iniziata, gruppi di musicofili che hanno seguito le
ultime settimane del festival estivo di Salisburgo viaggiano, in settembre,
alla volta dell’Est - verso la Romania. Ogni due anni per circa un mese
(dipende ovviamente dalla risorse che si riescono ad attivare) vi si danno
appuntamento le maggiori orchestre sinfoniche ed i più noti complessi
cameristici a livello internazionale (nonché una selezione di teatri lirici e
di ensemble di musica contemporanea). Per un periodo, si è trattato di una
manifestazione essenzialmente regionale in cui si potevano ascoltare principalmente
complessi e compositori dell’Europa centro-orientale raramente presenti nei
teatri e nelle sale di concerto occidentali. Il festival si è
saputo imporre per l’eccellenza delle proposte artistiche e l’efficienza del
modello gestionale. A proposito dell’edizione del 2007, ad esempio, il Guardian ha scritto: «Il potente
festival di Salisburgo adesso ha un rivale». Il Telegraph ha aggiunto, in merito all’edizione 2011, che «il
festival mostra come la musica classica possa superare le barriere di
linguaggio e storia». Negli anni neri di Ceausescu, era considerato il festival della libertà a motivo dei
temi che trattava e della folla di artisti che vi partecipa ; per molti aspetti
lo è tuttora. Anche perché accanto al festival principale c’è un festival ‘off’
nelle piazze (specialmente quella dell’Università) , nei giardini delle
birrerie e nelle taverne dove si congregano giovani artisti un po’ di tutto il
mondo e mostrano i loro lavori. Insomma una grande festa.
Nel 2011, nel 2013 e nel 2015 sono stato al festival
per alcuni giorni e sono rimasto sorpreso dal vero e proprio bagno di gioventù,
non solo romena ma giunta da tutta Europa per ascoltare la grande musica
seguendo un programma che può sembrare estenuante: gli spettacoli iniziano alle
11.00 del mattino e spesso l’ultimo alza il sipario alle 22.30, ove non a
mezzanotte (a volte protraendosi sino all’alba). I prezzi dei biglietti – come
accennato - sono alla portata di tutti ed alberghi e ristoranti sono ancora a
buon mercato. Bucarest ha in settembre un clima gradevolissimo. E così anche
gli altri luoghi della Romania dove si estende la manifestazione. Vi tornerò a
metà settembre per ascoltare l’opera (fortemente politica: tratta di rivolte
sociali ) Matis der Maler di Paul
Hindemith (credo mai rappresentata in Italia) e concerti della London Symphony
Orchestra
I romeni
dedicano notevolissime risorse (relativamente al loro reddito e finanza
pubblica) ad un festival che per loro ha rappresentato l’affermazione di una nazione,
e di una cultura nazionale di matrice latina immersa in un universo slavo. Lo
facevano anche negli anni più neri dello stalinismo e della dittatura di
Ceauşescu.
L’edizione 2017
porta a Bucarest e in altre sette città romene 3000 artisti che si esibiranno
in ottanta spettacoli in tre settimane , Il tema del festival 2017 è ‘Luce’
diretta a mostrare al pubblico nuove prospettive e nuovi significati dal mondo
in cui è diretta e proiettata.
Alla guida della
manifestazione c’è un nuovo team: Zubin Mehta, Presidente Onorario, Vladimir
Jurowski, Direttore Artisticoe e Carmen Lidia
Vidu alla guida delle attività multimediali.
Dal 2010 a questa edizione, la direzione musicale del festival è
assicurata dal 2010 da Ioan Holender (cittadino austriaco ma nato in
Romania). In precedenza Holender è stato per circa vent’anni alla guida della
Staatsoper di Vienna, il musicista che più a lungo ha ricoperto tale difficile
ed ambito incarico .
Il
festival dà ovviamente rilievo a Enescu
, il più noto compositore del Paese (di cui quest’anno vengono eseguiti 37
lavori di cui due in prima assoluta poiché composti ma mai giunti ad una sala
di concerto ), sulla musica della sua epoca e sulla musica classica in
generale, ma da molto spazio alla musica contemporanea . Vale un viaggio.
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