Il Barbiere di Siviglia compie 200 anni
Nella Capitale è in corso un periodo rossiniano per il bicentenario del debutto delle due opere romane di Giaocchino Rossini. Le ricorrenze in questioni sono: Il Barbiere di Siviglia (20 febbraio 1816) al Teatro Argentina e La Cenerentola (25 gennaio 1817) al Teatro Valle. Leadership dei festeggiamenti al Teatro dell’Opera di Roma.
Scritto da Giuseppe Pennisi | giovedì, 18 febbraio 2016 · 0Una nuova edizione del dramma rossiniano La Cenerentola, con la regia di Emma Dante e la direzione musicale Alejo Pérez, ha debuttato il 22 gennaio ed è in scena sino a domani 19 febbraio. Giovedì 11 febbraio ha debuttato invece un nuovo allestimento de Il Barbiere di Siviglia, diretto da Donato Renzetti e con la regia Davide Livermore.
Si tratta del primo di tre nuovi allestimenti de Il Barbiere che la fondazione lirica romana presenterà in occasione del bicentenario. Ne seguiranno altri due. In primavera avanzata, nelle piazze della Capitale si vedrà e ascolterà Figaro! Opera Camion, in coproduzione con il Teatro Massimo di Palermo, regia e spazio scenico di Fabio Cherstich, scenografia e video Gianluigi Toccafondo. Successivamente, nella stagione estiva all’aperto, alle Terme di Caracalla Il Barbiere tornerà in nuovo allestimento con la regia di Lorenzo Mariani.
Come detto, il teatro ha affidato a Emma Dante la messa in scena e la drammaturgia La Cenerentola. È la quinta regia d’opera della regista siciliana. Personalmente non trovai convincente la sua Carmen scaligera e restai perplesso dalla sua La Muette de Portici alla parigina Opéra Comique, mentre fui incantato dalle regie palermitane: Fuersnot di Richard Strauss e Gisela! di Hans Werner Henze.
Alle prese con il dramma giocoso di Rossini, Dante ne fa – con i suoi consueti collaboratori, Carmine Maringola per le scene e Vanessa Sannino per i costumi – un lavoro surrealista pop, con una fusione di generi, dalla farsa al teatro di pupazzi meccanici, dai cartoni animati alla zarzuela latino-americana. Resta comunque l’operetta morale sulla virtù premiata e la malignità punita. Il pubblico ha gradito tanto alla prima quanto alla diurna domenicale.
La concertazione delicata di Pérez è di altissimo livello non solo per gli equilibri tra buca e scena (spesso difficili con un teatro di regia dove la drammaturgia è affidata a una regista nota e di peso), ma soprattutto perché ha saputo trovare le tinte appropriate di un dramma giocoso con momenti sentimentali e concertati con ritmi quasi ballabili. Eccellenti i due protagonisti: l’argentino (di origine italiane) Juan Francisco Gatell (forse l’unico tenore in grado di rivaleggiare con Juan Diego Flórez in questo repertorio) e il giovane mezzo soprano napoletano Serena Malfi.
Meno apprezzato il nuovo allestimento de Il Barbiere di Livermore e del suo team (costumi di Gianluca Falaschi, illustrazioni di Francesco Calcagnini, video di D-Wok ed effetti speciali di Alexander). L’idea di fondo è una sintesi di interpretazioni negli ultimi duecento anni sia della commedia di Beaumarchais sia dell’opera buffa di Rossini: dalla ghigliottina ai televisori a rate, passando per la Grande Guerra.
Gioacchini Rossini e il suo librettista, Cesare Sterbini, ci hanno consegnato una macchina perfetta. Anche i precedenti illustri di Squarzina e Ronconi, in due differenti allestimenti a Pesaro, usarono la mano forte con Il barbiere. Il debutto romano si è concluso con rumorose proteste per allestimento e regia da parte del pubblico. Pur affollando il palcoscenico e caricando lo spettacolo con costumi grotteschi, non mancava di qualche idea pregevole come il bianco e nero e gag (troppe).
La parte musicale salva lo spettacolo. La concertazione e direzione d’orchestra è affidata a un veterano come Donato Renzetti. E unitamente a una colonna di grande esperienza come Ildebrando D’Arcangelo (Don Basilio) e a specialisti rossiniani e donizettiani come Simone Del Savio (Don Bartolo), ci sono due giovani di grandissimo livello come Chiara Amarù (una Rosina già acclamatissima a Pesaro) e Edgardo Rocha (un Almaviva che ha osato affrontare l’impervia aria finale Cessa di più resistere). Pure Figaro è un giovane: Florian Sempey, ineccepibile nel canto ma non brillante nella recitazione. Da manuale Eleonora de la Peña nel ruolo di Berta.
Meno noto il progetto low cost RagazzinRoss. In giro sulle orme di Rossini… aspettando il 2016!, ideato dall’Associazione RagazzinArte e realizzato in collaborazione con la Soprintendenza Capitolina ai Beni Culturali. Il progetto ha lo scopo di diffondere la conoscenza della musica operistica nelle scuole primarie e secondarie attraverso lo studio di uno dei suoi principali interpreti.
Protagonista del progetto è appunto Rossini, seguito nei luoghi che lo hanno visto presentare la prima assoluta dell’opera che più lo rappresenta. Grazie a una fattiva collaborazione tra i ragazzi delle varie fasce di scolarizzazione dell’Istituto Commerciale Visconti, il progetto si è arricchito di contributi diversificati, che hanno trovato nella musica un ponte che ha unito i giovani attraverso la cooperazione, la cultura, il divertimento.
L’evento si apre con una mostra didattica allestita nello storico Museo del Teatro Argentina. La mostra ha per tema la genesi, l’insuccesso iniziale e il definitivo trionfo del Barbiere. Nel ripercorrere i passi di Rossini, anche i luoghi intorno al teatro sembrano rivivere, risvegliati dalle rielaborazioni realizzate dai ragazzi lungo un percorso culturale che ha cercato di unire musica, storia e urbanistica.
A conclusione della mostra, gli studenti realizzeranno lo spettacolo musicale e multimediale dal titolo Con Rossini a festeggiare il 2 marzo i 200 anni del Barbiere di Siviglia presso il Teatro Argentina con uno spettacolo musicale di cui saranno protagonisti cantando in coro alcune delle più note arie.
Giuseppe Pennisi
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