lunedì 8 febbraio 2016

È tempo di un tagliando per la regolamentazione della finanza europea in Avvenire 9 febbraio



È tempo di un tagliando per la regolamentazione della finanza europea
Sono alla studio nuove disposizioni per aggiornare la regolazione finanziaria. In effetti, le regole europee che hanno causato (e stanno causando) tanto clamore – a ragione del bail in – non riguardano soltanto un’unione bancaria che sarà monca sino a quando non verrà definita una garanzia europea sui depositi in conto corrente, ma lasciano un certo grado di autonomia alle autorità nazionali. Un primo schema sarebbe dovuto essere esaminato dal Consiglio dei ministri del 5 febbraio, che poi è slittato, sembrerebbe a causa di un ritardo tecnico, e dovrebbe essere analizzato domani. L’aggiornamento della regolazione non riguarda unicamente il bail in, ma anche varie modalità di commerciare crediti deteriorati (la bad bank impostata con il meccanismo delle cartolarizzazioni). Si stanno affollando proposte estemporanee. La regolamentazione finanziaria italiana non è ottimale, quella europea è incompleta. Comunque tutte le regolamentazioni richiedono 'tagliandi' e revisioni, specialmente se l’applicazione meccanica di nuove misure ne mette in luce deficienze o imperfezioni. Tuttavia, in Italia non siamo all’anno zero. Da almeno un decennio, ad esempio, il Dipartimento della Funzione Pubblica, promuove l’analisi dell’impatto della regolazione (Air) che riguarda anche la regolazione finanziaria; per alcuni anni la Scuola nazionale d’amministrazione ha condotto uno vasto studio empirico (i cui risultati,però, non sono stati ancora pubblicati) e in collaborazione con il Formez ha organizzato corsi di formazione per dipendenti delle amministrazioni centrali e locali. In materia specifica di regolazione finanziaria, la Febaf (Federazione di banche, assicurazione e finanza) ha pubblicato un interessante guida (a cura di Paolo Garonna) sui costi ed i benefici della regolazione italiana ed europea. Che potrebbe rivelarsi uno strumento utile per procedere al necessario 'tagliando'.
Inoltre, l’Italia non l’unico Paese alle prese con l’aggiornamento della regolazione finanziaria di un’unione bancaria incompleta. Nel fine settimana, il Center for European Policy Research ha diffuso un interessante studio empirico di tre economisti tedeschi (Alexander Schäfer, Annabel Schnabel, Beatrice Weber) sul nesso tra bail in e capacità degli Stati di intervenire con bail out a spese dell’erario. Un’analisi del Trinity College di Dublino (ne sono autori Rishi Neil Ahuja e Charles Larkin) lancia proposte concrete su la regolazione europea. E anche un lavoro di Thomas Hoertas della Università di Francoforte (CRPS, Task Force Report, 2016) contiene suggerimenti per migliorare le regole.
Giuseppe Pennisi
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