sabato 13 febbraio 2016

Al pubblico non piace il Rossini grottesco di Livermore in Avvenire 14 febbraio



Roma.
Al pubblico non piace il Rossini grottesco di Livermore
ROMA
Il barbiere di Siviglia di Rossini è una delle quattro grandi commedie in musica tra Sette e Ottocento, assieme a Le nozze di Figaro di Mozart , I maestri cantori di Norimberga di Wagner e Falstaff di Verdi. Per celebrare i duecento anni dalla prima rappresentazione, il Teatro dell’Opera di Roma ne mette in scena tre allestimenti.
Il primo ha debuttato giovedì a teatro stracolmo. Regia, scene e luci sono affidate a Davide Livermore, al suo team costumi (Gianluca Falaschi), illustrazioni (Francesco Calcagnini), video (D-Wok) ed effetti speciali (Alexander). L’idea di fondo è una sintesi di interpretazioni negli ultimi duecento anni sia della commedia di Beaumarchais sia dell’opera buffa di Rossini: dalla ghigliottina ai televisori a rate, passando per la Grande Guerra. Ma Gioacchino Rossini e il suo librettista Cesare Sterbini ci hanno consegnato una macchina perfetta. Lo sanno. E dall’Aldilà si vendicano sempre: mal gliene incolse a Squarzina e Ronconi che, in due differenti allestimenti a Pesaro, usarono la mano forte con Il barbiere.
Il debutto romano si è concluso con proteste rumorose di parte del pubblico all’allestimento e alla regia. Pur affollando il palcoscenico e caricando lo spettacolo con costumi grotteschi, non mancava, di qualche idea pregevole quale il bianco e nero e di numerose gag (troppe).
La parte musicale salva lo spettacolo. La concertazione e direzione d’orchestra è affidata ad un veterano come Donato Renzetti. E unitamente a una colonna di grande esperienza come Ildebrando D’Arcangelo (Don Basilio) e a specialisti rossiniani e donizettiani come Simone Del Savio (Don Bartolo), ci sono due giovani di grandissimo livello come Chiara Amarù (una Rosina già acclamatissima a Pesaro) e Edgardo Rocha (un Almaviva il quale ha affrontato l’impervia aria finale “Cessa di più resistere” che solo pochi tenori osano affrontare). Pure Figaro è un giovane: Florian Sempey, ineccepibile nel canto ma non brillante nella recitazione. Da manuale Eleonora de la Peña nel ruolo di Berta.
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