SALISBURGO/ E' sempre tempo di festival: l'intervista a Tobias Haupt
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Tobias
Haupt, foto © Gewandhaus/Gert Mothes
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L’arte è la leva per la crescita. Se la si utilizza bene. È quello che sa fare
Salisburgo, dove i festival si susseguono l’uno all’altro, ben due musei sono
dedicati a pittura e scultura contemporanea, le mostre inaugurano di continuo e
le gallerie pullulano.
La regione di Salisburgo, che produce sostanzialmente arte (e
manifattura di lusso), è cresciuta dal 1995 al 2008 del 4% l’anno rispetto a
una media del 2,5% per l’Austria nel suo complesso. Dal 2008 al 2015, il Pil è
cresciuto complessivamente del 16% (oltre il 3% l’anno), nonostante la crisi
dell’eurozona. Con meno di 600mila abitanti nell’intero Land, genera il 7,5%
del valore aggiunto totale austriaco Accantonando per il momento le arti
visive, soffermiamoci sui festival di arti e spettacolo dal vivo, anche perché
sono stati finalizzati in questi giorni i programmi del 2016, e chi vuole
trovare posto deve correre alle rispettive biglietterie elettroniche. Una
premessa: ci sono numerosi festival minori e solo il LandTheater offre circa
venti titoli di opera e balletto e altrettanti di prosa. I quattro festival più
importanti iniziano in gennaio e terminano all’inizio di settembre.
In ordine di tempo, il primo festival dell’anno è la ‘settimana
mozartiana” dal 22 al 31 gennaio (Mozart morì il 27 gennaio, la stessa data in
cui diversi decenni più tardi si spense Giuseppe Verdi). Il festival mette in
scena un’opera od uno spettacolo di teatro in musica e numerosi concerti.
Spiluccando tra le rarità . Quest’anno lo spettacolo teatrale sarà una vera
chicca. Nella stessa serata, si vedranno ed ascolteranno tre versioni di Acis
and Galatea, capolavoro di George Frideric Handel del 1718 , l’adattamento
del lavoro fatto da Mozart nel 1788 ed il riadattamento ad opera di Felix
Mendelssohn Bartholdy del 1828. Un libretto, e la stessa partitura di base, ma
tre mondi differenti: dal barocco al romanticismo , utilizzando come ponte
Mozart.
Nella esecuzione di Les Musiciens du Louvre diretti da Marc
Minkowski, direttore artistico della manifestazione. In effetti, i concerti
affiancano Mozart a Mendelssohn Bartholdy-Tra i concerti (due o tre al giorno)
spiccano la Sinfonia Concertante di Mozart e la monumentale seconda
sinfonia di Mendelssohn Bartholdy, , nonché il Lobgesang, per solisti,
coro ed orchestra, eseguito su strumenti dell’epoca. Inoltre, il festival
aggiunge un tocco di modernità con varie composizioni di Henri
Dutilleux (morto 2013 dopo una lunga vita svoltasi in tutto il Novecento; il
suo periodo più creativo è stato dal 1929 al 2009. Abbraccia quindi una vasta
gamma di stili. Quindi dal barocco al romanticismo alla modernità.
Si continua con il Festival di Pasqua, affidato in gran misura ai
complessi di Dresda diretti da Christian Thielemann (direttore artistico della
manifestazione) . Quest’anno il festival ha come elemento centrale Otello di
Verdi ed altri lavori con temi shakespeariani ( come la musica di scena di
Mendelssoh per Sogno di una notte di mezza estate e l’ Ottava
Sinfonia di Henze tratta da un lavoro di Manfred Trojahn intitolato Four
Women from Shakespeare.
Arriva, poi, il Festival di Pentecoste che ha come tema
l’amore-senza-fine di Giulietta e Romeo. Cecilia Bartoli (direttore artistico
sino al 2020) ha scelto un’opera rara Giulietta e Romeo di
Nicola Antonio Zingaretti del 1796 (non i più noti lavori di Bellini e di
Gounod), un adattamento recente americano di Ben Power (A
Tender Thing) della tragedia di Shakespeare e li contrapporre
a West Side Story di Leonard Berstein e Stephen
Sondheim Lei ne sarà protagonista, con Norman Reinhardt nel ruolo di Tony. La
regia è affidata a Philip Wm. McKinley, scene e costumi George Tsypin. Si
seguirà la coreografia originale di Jerome Robbins. La messa in scena avverrà
nell’enorme spazio molto speciale della Felsenreitschule, il magnifico spazio
della cavallerizza del Principe Arcivescovo.
Da metà luglio a fine agosto, infine, ha il festival estivo.
Sarebbe troppo lungo riassumerne il programma. Ho preferito dialogare con uno
degli artisti del concerto finale del 31 agosto, interamente dedicato a
Beethoven ed eseguito dalla Gewandhaus Orchestra di Lipsia: il primo violino
Tobias Haupt che fa parte del complesso dal primo novembre 2003.
Quale è luogo più speciale dove ha
suonato con la Gewandhaus?
Difficile dirlo. Ci sono però luoghi dove un’atmosfera particolare
coincide con un’ottima prestazione di noi tutti e si raggiunge una qualità
quasi magica. E’ quello che ho provato al concerto all’Odeon di Erode Attico ad
Atene in cui , ai piedi dell’Acropoli, ci siamo esibiti di fronte a 5000
persone.
Cosa rende il suono della Gewandhaus così
unica?
Il modo dinamico di suonare insieme che ci consente di raggiungere
il calore bruno e le ricche profondità che caratterizzano la Gewandhaus
Quali sono le caratteristiche del vostro
direttore Herbert Blomstedt?
Nel suo ruolo di Gewandhauskapellmeister ha stabilito un rapporto
profondo con uno e ciascuno di noi ed è costantemente alla ricerca di nuovi
modi per affrontare una partitura , in linea con il motto dell’orchestra res
severa verum gaudium. E’una gioia suonare con lui.
Cosa seguirà , ovviamente oltre al suo
concerto, del programma di questa estate Salisburgo?
Da innamorato del teatro d’opera, nella città di Mozart, non posso
non seguire Così fan tutte, Le nozze di Figaro e Don
Giovanni, tutte e tre in programma
quest’anno.
Quale è il luogo che preferisce a Salisburgo?
Quale è il luogo che preferisce a Salisburgo?
Quando ero studente ho partecipato diverse volte all’International
Mozarteum Summer Academy, alloggiando al pensionato del Mozarteum per
studenti al Frohnburg Palace. Ci sono certo luoghi più spettacolari a
Salisburgo, ma quando posso vado a passeggio da quelle parti. Mi piace anche
passeggiare nella Hellbrunner Allee, godendo la vista dell’Untersberg, la
montagna a nord della città.
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