sabato 30 gennaio 2016

SI CHIUDE IL RING : UNA SCOMMESSA VINTA in Milano Finanza 30 gennaio



SI CHIUDE IL RING : UNA SCOMMESSA VINTA
Giuseppe Pennisi
Inaugurazione in grande stile , unitamente a buone notizie sulle finanze del Teatro, la sera del 28 gennaio al Massimo, con il Götterdämmerung  (Crepuscolo degli Dei) di Wagner che ha tenuto in sala gli spettatori per circa sei ore. Pochi gli smoking, ma molti gli abiti da sera per le signore con sala e palchi addobbati per un gran gala. Numerose le autorità presenti. Oltre 4600 coloro che hanno scelto di acquistare l’abbonamento a fronte dei 3700 dell’anno scorso, un incremento del 22 per cento rispetto al numero di abbonati della stagione 2015 , un dato di estremo interesse in confronto sia agli anni precedenti sia alla tendenza nazionale . E’ indicativo di buone scelte di cartellone e della sempre più frequente di vari generi musicali (tra l’altro, l’unico festival di musica contemporanea nel Mezzogiorno) , che hanno portato nuovo pubblico ; tra l’altro 300 posti della ‘prima’ sono stati riservati ai giovani. Già nel 2015, le presenze complessive per le opere, i balletti e i concerti nel 2015 sono state 114.140, a fronte delle 105 mila dell’anno precedente. Quindi è in atto un circolo virtuoso di crescita. Nel 2015, la percentuale di riempimento della sala è stata del 73% (superando di gran lunga quella della Scala). Per il 2016, si punta all’80% , cifra da festival.Per quel che riguarda i social, su Facebook sono stati collezionati 7.152 like contro i 5.000 dell’anno precedente, i follower su Twitter sono raddoppiati in un anno (ora sono 5.464) e quelli su Instagram sono oltre 2.400 contro i 64 del 2014. E’ stato approvato dal Ministero il piano di risanamento del debito; l’approvazione viene con un contributo addizionale di 8 milioni di euro.
 Andiamo a  Götterdämerung (“Il Crepuscolo degli Dei”), ultima “giornata” della tetralogia L’Anello del Nibelungo (in breve il Ring) di Richard Wagner nell’allestimento di Graham Vick; la messa in scena delle quattro opere (circa 16 ore di musica) è iniziato nel 2013 ed è stato interrotto per motivi di bilancio. Guardare, a ritroso, all’intero Ring del Massimo., si può dire che un Ring di questo livello non si vedeva ed ascoltava da quello co-prodotto una diecina di anni fa dal Festival di Aix en Provence e dal Festival di Pasqua di Salisburgo con i Berliner Philharmoniker diretti da Sir Simon Rattle e la regia di Stéphane Braunschweig- Drammaturgia, regia, impianto scenico, proiezioni e mimi sono parsi gradualmente più in linea con la parte musicale via via che il Ring si dipanava e dal mondo degli Dei germanici si passava a quello degli uomini. Alcuni critici hanno notato negativamente il piglio violento della messa in scena . Ma, in fin dei conti, siamo su un’estensione di quanto Chéreau fece a Bayreuth nel 1976 e Ronconi-Pizzi a Firenze nel 1979-81.
Vick ha dato una lettura politica che si adatta bene a Götterdämerung dove le divinità appaiono principalmente nel racconto di una Valchiria scorata (e che vede il “crepuscolo” di un intero universo), in tre Norme che hanno il presagio della fine e nelle tre figlie del Reno che ottengono il riscatto della natura primigenia. Il dramma è soprattutto negli intrighi di potere (e di sesso) nel Palazzo in cui l’ingenuo Sigfrido resta imbrigliato. Sono tali da richiedere l’olocausto di Brunilde e la fine del vecchio ordine nella speranza (il grande accordo in mi bemolle maggiore con cui termina la tetralogia) di un mondo migliore. Götterdämerung è anche l’opera del Ring in cui l’eros (sparito dai palcoscenici italiani) è più declinato: il risveglio di Sigfrido e Brunilde dopo la notte d’amore, la seduzione di Sigfrido da parte di Gutrune, il bruto desiderio di sesso da parte di Hagen, lo scambio di coppie (che occupa gran parte del secondo atto), i giochi erotici di Sigfrido con le figlie del Reno, il ricordo sia di Sigfrido sia di Brunilde della prima volta che fecero l’amore. Nei quattro anni si sono succeduti due direttori d’orchestra e vari cast-. Stefan Anton Reck ha senza dubbio maggior esperienza di Pietari Ikanen (che ha diretto le due opere); l’orchestra del Massimo è stata di altissimo livello. Buone le voci, ma deboli sia in Die Walkurie sia in Siegfried ed in Götterdämerung i ‘tenori eroici’, una merce davvero rara.

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