LETTURE/ La voce, d'altro canto. Etica ed estetica della voce nel canto
Pubblicazione: mercoledì 20 gennaio 2016
La copertina del libro
Approfondisci
NEWS Musica
Siamo nel pieno delle stagioni
liriche. Roma, Milano, Napoli , Firenze e Venezia hanno iniziato negli ultimi
mesi del 2015, ma – unicamente per fare alcuni esempi - il ‘Massimo Bellini’ di
Catania ha aperto il 17 gennaio con una vera chicca (Fedra di
Paisiello), Bologna inaugura il 23 gennaio con Attila di Verdi
(coprodotto con Palermo e Venezia), Parma e Bari (il 21 ed il 27 gennaio) con
due differenti produzioni de Le Nozze di Figaro di Mozart, Ravenna con Il
Turco in Italia di Rossini il 5 febbraio, Palermo il 28 gennaio con il
Crepuscolo degli Dei di Wagner e Trieste il 29 gennaio con Norma di
Bellini. E via discorrendo. Alcuni di questi spettacoli verranno recensiti su
questa testata.
Tuttavia, credo che sia il momento
di fare un discorso più ampio. Sino a prima della seconda guerra mondiale, gli
annunci delle ‘stagioni’ e delle singole opere ponevano l’accento sulle voci,
sui cantanti (i più noti dei quali in estate si spostavano nell’emisfero
meridionale, al Colòn di Buenos Aires od al Municipal di Rio de Janeiro).
Successivamente, c’è stata una fase in cui l’enfasi era sui direttori
d’orchestra: i loro nomi erano al centro dei comunicati e delle recensioni ed
anche loro, sino a quando il trasporto aereo si pensava che non giovasse alle
prestazioni (e, quindi, non ci potesse essere una unica grande stagione
nell’Atlantico del Nord), quando l’estate iniziava in Europa (e le ‘stagioni
estive’ in arene e terme, venivano considerate di secondo rango), le bacchette
prendevano il transatlantico alle volta della ancora ricca America Latina. E’,
poi, venuto il momento delle regie, tanto che si parla di Anello del
Nibelungo di Graham Vick invece che di Richard Wagner. Il teatro in musica
è azione scenica (quindi regia), orchestra (quindi maestro concertatore) e
canto (dunque voce).
Ora l’attenzione alle voci sta
riacquistando rilievo, dopo anni in cui – occorre ammetterlo – la relativamente
poca importanza data ai cantanti ha fatto sì che numerosi siano stati
ingaggiati per ruoli poco appropriati ai loro registri, con esiti poco felici
risultanti in carriere brevi.
Per gustare a pieno le voci
all’opera non mancano manuali e testi specializzati. E’ giunto da qualche
settimana in libreria un libro che parla della voce umana in teatro in musica
pensato non per specialisti ma rivolto a tutti (Delfo Menicucci, La voce, d'altro
canto. Etica ed estetica della voce nel canto pp. 228, Zecchini Editore
2015€ 25). Da vent’anni, Menicucci è titolare di cattedra al Conservatorio
Giuseppe Verdi di Milano ed ha precedentemente insegnato canto in vari
istituti. Tuttavia, è giunto all’accademia dopo aver calcato i palcoscenici per
diversi anni. Il suo ‘repertorio’ include 62 ruoli operistici che spaziano dal
barocco al contemporaneo. Si aggiungono oltre 200 concerti liederistici che
comprendono tutta la gamma del canto, da quello medioevale al barocco, dal
salottiero ottocentesco al ‘novecento storico’ ed al contemporaneo.
Nessun commento:
Posta un commento