Roma
“La Cenerentola” di Emma Dante perde la
farsa e guadagna la morale
ROMA
All’Opera di Roma è iniziato un progetto
dedicato a Gioachino Rossini nel bicentenario delle due opere commissionate dai
teatri (Argentina e Valle) di quella che era la capitale dello Stato della
Chiesa. Il progetto è cominciato il 22 gennaio con La Cenerentola( si replica sino al 19 febbraio) e procede con tre differenti
allestimenti de Il barbiere di Siviglia. Il
primo (con la regia di Davide Livermore e la concertazione di Donato Renzetti)
sarà messo in scena nella sede principale (il Teatro Costanzi) dall’11 al 21
febbraio. Il secondo, in coproduzione con il Teatro Massimo di Palermo, sarà
Figaro! Opera Camion (regia e spazio scenico Fabio
Cherstich, scenografia e video Gianluigi Toccafondo): viaggerà in primavera
nelle piazze, specialmente delle periferie. Infine, nella stagione estiva, alle
Terme di Caracalla un altro allestimento del Barbiere dal 16 luglio al 10 agosto con la regia di Lorenzo Mariani.
Iniziamo con La Cenerentola presentata in una produzione la cui regia porta la firma di Emma
Dante e la direzione musicale quella di Alejo Pérez. La “prima” è stata
presentata in diretta in 64 cinema in Italia e in differita in Austria,
Australia, Belgio, Germania, Spagna, Spagna, Svizzera, Stati Uniti e Corea. Un
segno e del forte impegno del Teatro dell’Opera in questo allestimento e del
rinnovato interesse internazionale per la fondazione lirica romana.
La regia di Emma Dante è più misurata di altre
sue prove nell’opera lirica. A differenza di altre regie de La
Cenerentola dell’ultimo quarto di secolo, che danno una
lettura farsesca (Ponnelle), fiabesca (De Simone) oppure ancora politica
(Hall), o un’iro- nica interpretazione della mobilità sociale (Ronconi), Emma
Dante in certi momenti pare ispirarsi a Ponnelle (il coro di burattini
meccanici), in altri (il suicidio collettivo delle aspiranti spose del Principe
quando comprendono che è innamorato della innocente e umile Angelina) richiama
echi delle zarzuelas femministe latinoamericane.
Toglie comunque parte della patina comica
accumulatesi negli anni ( La Cenerentola non è
un’opera buffa ma un dramma giocoso) e punta, anche se con qualche squilibrio,
sul contenuto etico de “la virtù premiata”, come indicato nel sottotitolo del
libretto.
Di livello la parte musicale. Innanzitutto la
concertazione delicata di Alejo Pérez che ha saputo trovare le tinte
appropriate di un dramma giocoso, con dolci punte sentimentali. Eccellenti i
due protagonisti Juan Francisco Gatell (forse l’unico tenore in grado di
rivaleggiare con Juan Diego Flórez in questo repertorio) e il giovane
mezzosoprano Serena Malfi. Tra gli altri alcuni veterani come Alessandro
Corbelli eVito Priante, della fucina del Rossini Opera Festival.
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