giovedì 6 ottobre 2011

Strauss a tutto campo: il cavaliere della rosa alla Scala 7 ottobre

venerdì 7 ottobre 2011
A Milano


Strauss a tutto campo: il cavaliere della rosa alla Scala

Giuseppe Pennisi
Mentre a Roma stanno terminando le repliche di “Elektra”, a Milano si può gustare un allestimento molto interessante di “Der Rosenkavalier” (“Il cavaliere della rosa”), la più importante commedia in musica del Novecento. Quindi, di Hugo Von Hoffmannsthal e Richard Strauss a tutto campo. Nella cronologia dei loro lavoro, “Der Rosenkavalier”, di cui quest’anno si celebra il centenario dalla prima a Dresda il 26 gennaio 1911, segue di appena due anni “Elektra”.
La coproduzione della Scala con il Real di Madrid e l’Opéra di Parigi si basa su un allestimento del 1995 di Herber Wernicke (deceduto nel 2002) per Salisburgo ripreso da Alejandro Stadler. La “versione” di Werrnicke è stata vista (in vari adattamenti) in numerosi teatri.
Nell’allestimento, l’azione si svolge in un contesto atemporale (come sarebbe piaciuto a von Hofmannsthal) tra il 1750 (circa) e l’inizio del Novecento per sottolineare l’inevitabilità del passaggio del tempo e delle epoche. Vengono accentuati, più che gli aspetti comici la melanconia per la fine di un’epoca (oltre che della giovinezza dei tre protagonisti). Lo assecondano i tempi dilatati del trentenne Philippe Jordan alla guida dell’orchestra e tutto l’ottimo cast dai quattro protagonisti (Anne Schwanewils, Joyce DiDonato, Jane Archibald, Peter Rose) e i numerosi interpreti secondari, tra cui spicca Marcelo Alvarez nel breve ma difficile ruolo del “tenore italiano”.
Uno spettacolo affascinante (di oltre quattro ore e mezzo) non sulla fine della “Felix Austria” ma su un’Europa che, se non è già sparita, sta melanconicamente diventando un ricordo del passato.

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