LA SINFONIA DEI MILLE APRE SANTA CECILIA
Beckmesser
Doppia inaugurazione all’Accademia Nazionale di Santa Cecilia: la sera del 21 ottobre, Bruno Campanella ha dato il via alla stagione cameristica 2011-2012 con un concerto dedicato a Franz Liszt , della cui nascita ricorre il bicentenario; il pomeriggio del 22 ottobre , Antonio Pappano ha iniziato la stagione sinfonica con la monumentale “Ottava” di Gustav Mahler, chiamata “sinfonia dei mille” per il numero di esecutori che richiede. Ci soffermiamo sulla sinfonica non perché le due partiture di Liszt (“il terzo anno di pellegrinaggio: Italia” e la “sonata in si minore”) quali lette da Campanella non siano importanti ma in quanto la “sinfonia dei mille” è una rarità proprio per l’impegno produttivo che richiede. In effetti, nei 103 dalla fondazione dell’orchestra sinfonica dell’Accademia , questa è solo la quinta volta che viene eseguita. Quest’anno nell’arco di poche settimane, è stato possibile ascoltarla in due distinte esecuzioni italiane: quella dei complessi della Rai e del Teatro Regio di Torino, guidati dalla bacchetta di Gianandrea Noseda all’inaugurazione del MiTo ed alla Sagra Malatestiana a Rimini (vedi Il Riformista del 2 settembre) e quella dei complessi di Santa Cecilia, potenziati con il “China National Chorus”, nel concerto del 22 replicato il 23 ed il 24 ottobre a sala esaurita da tempo.
Alla sua prima esecuzione mondiale ci sarebbero stati 1030 esecutori. A Torino, Rimini e Roma ce erano circa 450. A Roma in particolare, l’orchestra contava 150 elementi, il coro 300 ed i solisti erano 8. Un raffronto puntuale tra le due letture non è facile a ragione delle differenti condizioni in termini di acustica (piuttosto mediocre al Palazzo dei Congressi di Rimini, molto buone nella Sala Santa Cecilia, specialmente nella seconda metà della platea e nelle file centrali delle balconate). Noseda ha dato una lettura pittorica della partitura, mentre nella mani di Pappano, la “sinfonia” è una grande opera in un prologo (il Veni Creator della prima parte) ed un atto (la scena finale del Faust di Goethe nella seconda parte). Nella prima parte, il suono dell’orchestra e dell’immenso coro è stato più forte di quanto forse lo stesso Mahler intendesse, mentre nella seconda parte orchestra, cori e solisti hanno avuto il volume e le tinte giuste: dall’introduzione descrittiva alla definizione scultorea degli otto personaggi che danno corpo al dramma. Pappano è stato avvantaggiato dal poter disporre di solisti tutti di alto livello, nettamente migliori di quelli nell’esecuzione a Torino ed a Rimini. Tra gli otto, hanno spiccato Christopher Maltman (nel ruolo del Pater Ecstaticus), Manuela Uhl (Magna Peccatrix) e Sara Mingardo (Mulier Samaritana). Molto interessante anche il Doctor Marianus interpretato da Nikolai Schukoff. Hanno dato vita a veri e propri personaggi.
La stagione si annuncia densa di bacchette di prestigio internazionale e con un cartellone che coniuga tradizione con innovazione. Nell’occasione, l’Accademia di Santa Cecilia ha fatto due regali a chi ama la grande musica: un disco della sesta sinfonia di Mahler eseguita dai complessi dell’Accademia sotto la guida di Antonio Pappano, e un cofanetto che raccoglie esecuzioni di grandi maestri dal 1937 al giorno d’oggi: Bernardino Molinari, Victor De Sabata, Franco Ferrara, Guido Cantelli, John Barbirolli, Willy Ferrero, Fernando Previtali, Carlo Maria Giulini, Igor Markevitch, Wolfgang Sawallisch, Daniele Gatti, Giuseppe Sinopoli, Georges Prêtre, Myung-Whun Chung, Antonio Pappano Lo si può acquistare unicamente collegandosi al sito www.santacecilia.it .
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