InScenaA Parma va in scena un Falstaff scanzonato di Giuseppe Pennisi
Fino al 25 ottobre è in scena a Parma un Falstaff speciale. Non viene rappresentato al Teatro Regio ma nel cinquecentesco (ed enorme, da 2.500 posti) Teatro Farnese, costruito per una festa di nozze e quasi mai utilizzato per rappresentazioni. Da qui andrà al Festival Internazionale di Lirica a Hong Kong e, forse, a Shanghai e Pechino prima di approdare di nuovo in Italia la prossima stagione.
Il Teatro Farnese fornisce uno scenario naturale, con pochi elementi.
Jamie Vartan, curatore di scene e costumi, e Stephen Medcalf alla regia rendono lo spettacolo elisabettiano. L'accento è incentrato sugli aspetti chiaramente farseschi, e tralascia la vena di melanconia della riflessione di Verdi sugli stadi della vita e su come coniugare, in ciascuno di essi, un differente modo di amare. Il cast è buono. Spiccano Ambrogio Maestri e Luca Salsi nel gruppo maschile e, nel decisamente migliore gruppo femminile, Svetla Vassileva, Barbara Bargnesi e Romina Tomasoni. Sono tutti anche ottimi attori con dizioni perfette e doti atletiche.
Resta qualche dubbio sulla concertazione del giovane 25enne Andrea Battistoni. La più moderna delle partiture verdiane (lanciata verso il Novecento e senza alcuna concessione al tardo romantico di moda del 1893) è forse ancora troppo complessa per lui. Il Teatro Farnese non è stato costruito per la musica e dunque gli impasti orchestrali che mal si ascoltavano in platea, risuonavano in tutto il loro splendore dalle file alte dell'anfiteatro. (riproduzione riservata)
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