mercoledì 12 ottobre 2011

Festival Verdi: in bolletta ma ricco di idee Quotidiano Arte 13 ottobre

Un ballo in maschera, Teatro Regio oggi, 20, 23 ottobre. Falstaff, Teatro Farnese 15, 22, 25 ottobre


Festival Verdi: in bolletta ma ricco di idee

Giuseppe Pennisi
Il Festival Verdi 2011 è in bolletta: pare che debbano ricevere i compensi anche artisti della scorsa tornata. Ritardi nei finanziamenti istituzionali, difficoltà di alcuni sponsor e la crisi generale ne sono le determinanti principali. Anche e la biglietteria non fa difetto. Ma le idee non mancano; presenta con due nuovi allestimenti (“Un ballo in maschera” e “Falstaff”), un’opera in forma di concerto con cantanti giovani a Bussetto (“Il Trovatore”), il “Requiem” diretto da Juriy Temirkanov e una ricca serie di appuntamenti didattici e concertistici.
Per “Un Ballo” regia, scene, costumi e luci sono affidati a Massimo Gasparon che ha ritrovato, nei magazzini, i reperti di un allestimento curato un quarto di secolo fa da Pierluigi Samaritani; ha rimesso a nuovo quel che poteva e lo ha integrato con nuovi elementi. Uno spettacolo visivamente molto bello con scene dipinte, non costruite, che ricordano la Vanvitelliana Regia di Caserta o Versailles, Gianluigi Gelmetti affronta, con equilibrio accurato in questa opera anfibia, legata da un lato a convenzioni del passato e slanciata da un altro verso, l’innovazione . Lo assecondano voci di spessore. Francesco Meli, da tenore lirico mozartiano a tenore “spinto” verdiano; c’è chi parla di “nuovo Pavarotti”. Vladimir Stoyanov è un baritono verdiano di razza: il suo “Eri Tu!” è d’antologia. Kristin Lewis ha ormai una dizione italiana perfetta, è un soprano drammatico di qualità. Serena Gamberoni ha affrontato con disinvolta bravura le colorature richieste al personaggio di Oscar. Elisabetta Fiorillo è una rodatissima Ulrica.
“Falstaff” viene rappresentato nel Teatro Farnese di Parma. Con pochi elementi scenici di Jaime Vartan, Stephen Medcalf costruisce una vera farsa elisabettiana, rinunciando ai toni melanconici che l’ottantenne Giuseppe Verdi mise in quella che è una riflessione sulla sua vita. Ottimo il cast, in cui spiccano Ambrogio Maestri, Luca Salsi e tutto il gruppo femminile guidato da Svetla Vassilleva. Difficile giudicare la concertazione del venticinquenne Andrea Battistoni; in platea gli impasti lasciavano a desiderare, ma dalle file alte dell’anfiteatro il suono era nettamente migliore.

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