Gounod, Vivaldi e Verdi nei luoghi dello Sferisterio
di Giuseppe Pennisi
inscena
Il Festival dello Sferisterio a Macerata (in corso fino al 10 agosto) offre un cartellone di cinque opere e un oratorio in forma scenica. Si tratta di un festival a tema. Dopo l'iniziazione, la seduzione e l'inganno degli anni passati, ora il tema è A maggior gloria di Dio. L'evento ha luogo in tre spazi scenici: l'Auditorium San Paolo (per l'inaugurale I Vespri della Beata Vergine di Monteverdi); la vasta Arena Sferisterio e il piccolo Teatro Lauro Rossi (capolavoro dei fratelli Bibiena). Dopo l'inaugurazione, si dipanano due strade parallele improntate a forte unità stilistica. Una, nell'Arena Sferisterio, incentrata su tre melodrammi del XIX secolo (Faust di Gounod, La forza del destino e I Lombardi alla prima crociata di Verdi), la seconda su due opere fra loro distanti nel tempo ma di sorprendente affinità nell'impianto musicale e nello sviluppo delle trame (Juditha triumphans di Vivaldi del 1716 e di Attila di Verdi del 1846). Il primo percorso è curato da Pier Luigi Pizzi, il secondo da Massimo Gasparon. Solo due impianti scenici per le cinque opere, al fine di effettuare contenimento di costi e sottolineare l'unità stilistica delle opere. Per lo stesso principio molti cantanti appaiono in più di un lavoro, dando quasi vita a una compagnia integrata di canto. Il successo della serata iniziale (affidata al complesso Cantar Lontano guidato da Marco Mencoboni) è di buon augurio. (riproduzione riservata)
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