CLT -Roma, 30 ago (Il Velino) - Pur occupandoci principalmente di teatro in musica e solo di rado di letteratura musicale, è il caso di informare che prima dell’inizio delle prossima stagione uscirà (sarà in libreria all’inizio di ottobre) un’opera che merita di essere segnalata: “La Guida alla Musica Sinfonica”, curata da Ettore Napoli per conto dell’editore Zecchini, un piccolo editore specializzato nella diffusione della cultura musicale in un mondo in cui scuola e famiglia fanno molto poco per preparare le nuove generazioni e le grandi casi editrici trattano, in campo musicale, principalmente i divi dei media (in gran parte “pop” e “rock”). Torneremo sulla “Guida” quando sarà disponibile. Già si presenta, però, come strumento indispensabile per tutti coloro che seguono la grande sinfonica e che affollano a Roma il Parco della Musica e l’Auditorium di via della Conciliazione, a Milano la Sala del Conservatorio e la Scala per la Filarmonica, a Bologna il Teatro Manzoni e via discorrendo. Specialmente quando il programma si allontana dal tradizionale, è consueto vedere il pubblico leggere frettolosamente il libretto di sala e ascoltare meno preparato del necessario concerti che andrebbero gustati raffinatamente.
La “Guida” non nasce per caso. Non solo c’è una domanda, ma da anni una collana di successo (sempre di Zecchini) tratta dei grandi direttori. Tempo fa, abbiamo esaminato, il libro di Alessandro Zignani su Leonard Bernstein. Adesso lo stesso autore ha appena pubblicato “Carlo Kleiber: il Tramonto dell’Occidente”, un saggio appassionante non solo per gli specialisti o gli appassionati di musica ma nella spiegazione dell’“enigma Kleiber”, timoroso del successo, sempre incerto dei risultati che avrebbe dato, timido e riservato al punto di essere misterioso, raro nelle sue apparizioni in teatro e in sale da concerto (tanto da diventare il concertatore più pagato al mondo), che ha lasciato poche mirabili registrazioni (impagabile il dvd del “Der Ronsekavalier”). Kleiber, documenta Zignani, sentiva su di sé il peso etico della musica . La responsabilità di esserne il depositario in un mondo in declino, ultimo umanista della musica: nella sua aspirazione all’ideale il tramonto dell’Occidente veniva da lui visto al tempo stesso come festa e come banchetto funebre.
(Hans Sachs) 30 ago 2010 13:29
TOP
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento