Perché tutta questa attenzione ai tassi?
Discussione e polemiche sui tassi d’interesse nell’area Ocse e in Europa in particolare. Prima di Ferragosto un documento di una società di consulenza finanziaria, la Frumiez di Torino, avvertiva che non ci sarebbero state né crisi né elezioni anticipate: secondo un’analisi inviata ai propri clienti, spifferava di un appunto del ministro dell’Economia e delle Finanza al Presidente del Consiglio, in copia al ministro delle Riforme Istituzionali, secondo cui in caso di chiamata alle urne i cds italiani sarebbero aumentati di ben 400 punti percentuali. Il 25 agosto Bloomberg ha diramato un’analisi sulle tensioni nei mercati finanziari europei, preconizzando, in ogni caso, un aumento dei tassi (oggi in Italia i titoli di Stato a tre mesi rendono lo 0,89 per cento l’anno ed a dieci anni il 3,74). Si è mormorato di un nuovo appunto sul tavolo del vertice del Pdl in cui le elezioni anticipate sono state, per il momento accantonate.
Il 27 agosto la Banca centrale europea ha diramato, infatti, una nota raggelante in contro-tendenza con Bloomberg e Frumiez: nonostante i bassi tassi d’interesse (la media nell’area dell’euro è 0,61% per i trimestrali e 2,13% per i decennali), in luglio il tasso di nuovo indebitamento da parte delle imprese ha segnato una contrazione ad un saggio annuo dell’1,3% , mentre quello delle famiglie è cresciuto ad uno del 2,9%. Interpretazione della Commerzbank: si crede poco alla ripresa della Germania e le famiglie sono al lumicino. Quindi , nonostante i timori ed i tremori, non ci sono aumenti in vista
Troppa attenzione ai tassi? I tassi, come la bellezza, sono negli occhi di chi guarda: per l’Italia un incremento possibile dello spread rispetto al resto dell’area dell’euro fa venire i brividi. Per l’Eurozona, invece, nonostante la disponibilità di liquidità, il cavallo non beve.
© - FOGLIO QUOTIDIANO
di Giuseppe Pennisi
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