Il MiTo è maturo
Il festival celebra Schumann, apre alle danze turche e anticipa le stagioni del 2011
di Giuseppe Pennisi
A quattro anni da una prima edizione un po' alla D'Artagnan predisposta in fretta, con molto entusiasmo ma anche tanta improvvisazione e senza un chiaro tema di fondo, il MiTo 2010 (che ha luogo a Milano e Torino dal 3 al 24 settembre) si presenta non solo come il maggiore e più ricco festival europeo dell'autunno, ma anche come l'iniziativa che meglio di altre anticipa alcuni aspetti della prossima stagione 2011.
Il programma di MiTo è un volume di oltre 100 pagine in cui si presentano centinaia di iniziative dislocate in ben 70 sedi nel capoluogo lombardo e 30 in quello piemontese. Dei 200 appuntamenti, la metà è gratuita. Il rischio di perdersi nel labirinto di MiTo è minore di quello che ha, in parte, caratterizzato i tre festival precedenti. Ci sono, infatti, percorsi delineati in modo chiaro a seconda delle preferenze degli spettatori. Inoltre, il festival ha scansato un vero e proprio pericolo: quello di proporsi come preludio alle miriadi di iniziative (spesso in chiave nazional-popolare) che minacciano di essere un aspetto fondante della prossima stagione di molti teatri e orchestre sinfoniche in linea con le celebrazioni dei 150 anni dell'Unità d'Italia. Infine, come e meglio del passato, MiTo porta a Milano e a Torino programmi anche di altri festival (Lucerna e Sagra malatestiana), rendendoli accessibili a un pubblico più vasto.
Schumann dà il La.
Tra i percorsi possibili quello di norma preferito dal pubblico riguarda la grande musica romantica, che quest'anno assume un'intonazione particolare grazie ai 200 anni dalla nascita di Robert Schumann. L'enfasi è posta sul primo romanticismo piuttosto che sul tardo romanticismo (verosimilmente uno nei temi del 2011 in linea con le celebrazioni mahleriane). La scelta è vasta: l'Orchestra del Gewandhaus di Lipsia suona Schumann diretta da Riccardo Chailly, l'Orchestre de Paris con Lorin Maazel propone Ravel e Debussy. La Philharmonia con Esa-Pekka Salonen, San Francisco con Michael Tilson Thomas, la Filarmonica della Scala con Semyon Bychkov e Lang Lang, Pollini e una schiera di pianisti offrono «un'ora al giorno con Chopin e Schumann». Arraffare tutto, come suggerisce l'elegante sito www.mitosettembremusica.it è praticamente impossibile. Un metodo può essere quello di dare la priorità alle orchestre e ai musicisti meno frequenti a Milano e a Torino come la Gewandhaus di Lipsia, l'Orchestre de Paris e la Philarmonia.
Mentre al barocco viene dedicato poco più di un sentiero, ma con chicche come il recital di Cecilia Bartoli al Lingotto di Torino e la Messa in si minore di Bach celebrata nella chiesa di San Marco a Milano dalla Akademie für Alte Musik di Berlino, è data meritata attenzione alla musica contemporanea. Si tratta di un doppio ritratto dedicato a Helmut Lachenmann e a Wolfgang Rihm nei quali si riconoscono i due volti della Germania musicale di oggi. In cartellone un concerto per Franco Donatoni, uno per Niccolò Castiglioni, uno per Luigi Nono, le prime di Fabio Vacchi e Michele Dall'Ongaro, il nuovo lavoro di Giorgio Battistelli e poi, in nome di un' antica complicità, Josquin Des Près, considerato come il più grande degli antichi a cui è dedicato un festival nel Festival, nel cui ambito si potrà ascoltare a Sant'Ambrogio l'importante (e raramente eseguita) Missa de L'Homme armé.
Sguardi verso Oriente.
Un percorso nuovo è invece quello della sezione dedicata alla musica turca e alle danze dei dervishi, nonché alle Orient Expressions che scavano elementi curdi, alevi ed armeni. Una rarità per l'Italia.
MiTo ha anche un'importante sezione dedicata alla divulgazione e alla diffusione della musica grazie a progetti di approfondimento per tutti. Musica che incontra è il titolo della serie di appuntamenti dedicati al rapporto tra la musica e altre discipline. Tre incontri in giugno hanno esplorato le interrelazioni tra musica e politica, matematica e architettura, con l'esecuzione di brani dal vivo e l'intervento di esponenti illustri delle tre discipline. A settembre altri due appuntamenti approfondiscono il rapporto tra la musica e il teatro e la letteratura. Un programma didattico è pensato per coinvolgere scuola e famiglia in una serie di concerti di qualità a un prezzo simbolico. Ogni sabato e domenica il Festival propone una rassegna di concerti per bambini e ragazzi in sedi differenti come il Parco Trotter, via Padova e anche le sale di alcuni quotidiani. In questo contesto di divulgazione (e di ricerca di nuovo pubblico), le strade di Milano e Torino anche quest'anno si riempiranno di musica con tante iniziative fuori programma. Non solo i teatri, le chiese, le sale da concerto, ma sempre più le periferie, le piazze, i giardini pubblici, le stazioni della metropolitana e dei treni, i parchi e le cascine fuori porta diventano arene per condividere, comunicare, esprimersi, divertirsi, godersi la città attraverso la musica. Anche quest'anno MiTo selezionerà alcuni artisti attraverso le candidature che perverranno sul sito del festival. Sul palco allestito in Piazza Mercanti a Milano potranno esibirsi insieme genitori e figli per mostrare come si può far musica in famiglia, così come accadeva una volta. A Torino la musica ha anche lo scopo di attutire il disagio e per questo viene portata a chi altrimenti non potrebbe fruirne, negli ospedali e nelle case di riposo, negli istituti penitenziari e nei centri di accoglienza.
La stagione 2011 celebra l'Unità d'Italia. MiTo, per molti aspetti, si distingue dalla prossima stagione lirica e concertistica. Pochi teatri hanno già presentato i dettagli dei loro cartelloni anche perché stanno rivedendo i bilanci a causa delle ristrettezze finanziarie. Tuttavia le stagioni liriche appaiono dominate da titoli scelti in rapporto alla ricorrenza del 150simo anniversario dell'Unità d'Italia, con molta presenza verdiana. L'opera I vespri siciliani di Verdi, per esempio, è annunciata in due differenti allestimenti, a Parma e a Torino. A Roma, il cui programma non è stato presentato, Moïse et Pharaon di Rossini e Nabucco di Verdi avranno l'onore della bacchetta di Muti. Si vocifera anche sulla messinscena di un nuovo allestimento del verdiano La battaglia di Legnano. Un'opera risorgimentale, Senso, di Marco Tutino tratta dal racconto di Camillo Boito, di cui Luchino Visconti trasse un film memorabile, inaugura la stagione a Palermo per poi volare a Los Angeles. Del ricco programma scaligero soltanto la rossiniana Donna del lago e la verdiana Attila hanno presagi risorgimentali. Altre opere meritano però grande attenzione: dalla prosecuzione del wagneriano Ring, a Death in Venice di Britten, Arabella e Cavaliere della rosa di Strauss. Firenze presenta una personale di Zubin Mehta che annovera la Forza del Destino, Tosca e tre concerti. Il corpus verrà replicato in una tournée in Giappone. Un aspetto che MiTo davvero anticipa rispetto alla prossima stagione è sicuramente l'attenzione alla musica contemporanea che ricompare nei cartelloni dei teatri, La Scala in primo luogo. (riproduzione riservata)
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