Lulu ed Elektra travolgono Salisburgo
di Giuseppe Pennisi
Il Festival di Salisburgo, in corso fino al 31 agosto, celebra i 90 anni dalla fondazione con circa 200 rappresentazioni che si suddividono in opera, prosa, sinfonica, cameristica, cinema. Il filo conduttore è Dio e l'Uomo: la fine del mito dallo spirito della musica, ossia il nesso tra trascendenza e mito attraverso la musica.
Dei numerosi lavori presentati due sono particolarmente rilevanti: la nuova edizione di Lulu di Berg (co-prodotta dai teatri di Barcellona e Ginevra dove si vedrà già nei prossimi mesi) e il nuovo allestimento di Elektra di Strauss (co-prodotta con la Staatsoper di Vienna) dove entrerà in repertorio.
In armonia con il tema, Lulu, che vanta la concertazione di Marc Albrecht e la regia di Vera Nemirova, viene presentata come la dissoluzione e il collasso non solo della protagonista (che da starlette arriva ai piani alti della società per finire prostituta nelle mani di Jack lo Squartatore) ma della società priva di valori che la circonda.
Tra i 14 solisti spicca Patricia Petibon, un soprano che dà una sfumatura nuova al personaggio.
Di lusso il cast di Elektra: concerta Daniele Gatti, la regia è di Nicolaus Lehnoff, le scene di Raimund Bauer. Sono in scena tre grandi voci nei ruoli femminili: Waltraud Meier, Irene Theorin (sostituita da Janice Baird in una delle repliche) ed Eva-Maria Westbroek. I ruoli maschili sono affidati a Renée Pape e Robert Gambill, due dei maggiori interpreti wagneriani. Di livello i Wiener Philharmoniker che suonano nelle due opere. (riproduzione riservata)
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