Giuseppe Pennisi
L’approvazione, a larga maggioranza, della “legge Bondi” (il primo passo di un processo di riforma della normativa che regola la lirica e la grande sinfonica) è stato accolto con l’annuncio di barricate da parte di alcuni sindacati del settore. L’agitazione, se ci sarà, riguarderà unicamente 4 dei circa 40 festival di musica lirica in calendario in questa estate 2010 in Italia: quelli del Teatro Grande di Pompei (organizzato dalla Fondazione del San Carlo di Napoli), delle Terme di Caracalla (parte integrale del Teatro dell’Opera di Roma), del Teatro di Verdura (del Massimo di Palermo) e dell’Arena di Verona (una fondazione a sé stante). Verosimilmente salteranno le prime rappresentazioni di ciascuna opera o di ciascun balletto.
E gli altri 36 festival estivi (o giù di lì) che non hanno manifestato l’intenzione di protestare ed anzi proprio in questi giorni stanno confermando i calendari delle loro rappresentazioni? Occorre distinguere tra festival che hanno acquisito una valenza internazionale, si finanziano con risorse proprie e degli enti locali (nonché apporti molto limitati dal Fondo unico per lo spettacolo, Fus) e festival organizzati da impresari i cui spettacoli viaggiano da città in città, godono di piccoli contributi dei rispettivi comuni (5-10.000 euro a spettacolo) che aumentano se utilizzano uno dei 23 “teatri di tradizione” (riconosciuti tali in base ad una normativa molto puntuale in termini di requisiti minimi).
Tra i primi, i più importanti sono il Festival pucciniano a Torre del Lago e quello rossiniano a Pesaro, nonché lo Sferisterio Festival (a tema; ogni anno un filone differente) a Macerata. Il Festival pucciniano apre i battenti il 16 luglio : nel 2009 ha avuto 50.000 spettatori di 39 Paesi, ha chiuso in utile tanto da poter devolvere circa 40.000 euro alle vittime del disastro ferroviario di Viareggio. Uno studio commissionato alla società di consulenza Simulation Intelligence di Milano documenta che il festival (dotato di un nuovo teatro finanziato da enti locali) è diventato uno dei più importanti strumenti di marketing territoriale dell’area. Conclusioni analoghe per lo Sferisterio Festival che inizia il 29 luglio ed ha come tema “La Gran Gloria di Dio”: da quattro anni chiude i bilanci in leggero attivo, attirando quindi sponsor; può contare su circa 30.000 presenze ed un milione di euro d’incassi. Il Rof (Rossini Opera Festival) salpa il 9 agosto; ha un pubblico fidelizzato (il 70%è straniero,, il 30% è italiano, i marchigiani il 10% del totale); ad un costo di 6 milioni di euro fa riscontro, secondo un’analisi dell’Università di Bologna, un indotto di 24 milioni di euro – anche ove la stima fosse molto esagerata e la si dimezzasse i benefici supererebbero di gran lunga i costi.
Tra i Festival itineranti ,i più interessanti sono quelli organizzati dalla Iko (Italian Konzert Opera) che ha un proprio centro di formazione a San Giminiano e che questa estate porta il rossiniano “Il Barbiere di Siviglia” ed il verdiano “Rigoletto” in ben 15 città (da Altomonte a Ostia Antica, da Cassino a Lucera, da Montecatini a Oderzo).E’ un’operazione commerciale ma non di bassa qualità: le scene sono semplici e facilmente trasportabili, l’organico orchestrale adeguato (analogo a quelli esistenti ai tempi di Rossini e Verdi quando si aggiravano sui 30 elementi), le voci sono giovani e possono, dunque, non avere una buona resa in spazi troppo grandi, specie se all’aperto. L’animatore è Mario Malagnini, tenore di cui si ricorda un’ottima “Carmen”a Roma ed un pregevole “I Lombardi alla Prima Crociata” a Verona alla metà degli Anni 80 ma la cui carriera è stata in gran misura all’estero. La qualità è confermata dal fatto che, in collaborazione con un impresario belga, spettacoli dell’Iko porta versioni “colossal” di “Nabucco”, “Aida”, “Carmen”, “Traviata”, “Boheme”, a Bruxelles, Madrid, Barcellona, Colonia e Lisbona. Le si è già viste, a volte in formato più contenuto, nelle “piazze” italiane toccate nel recente passato.
Ci sono iniziative analoghe anche a livello regionale, come quelle del Lirico Sperimentale spoletino in Umbria e dell’Associazione lirico concertistica di Como in Lombardia oppure ancora di una “Traviata” laziale che in agosto circola tra Villa Doria Pamphilij, il Salone dell’Hotel Mediterraneo, Minturno e Sabaudia. Si tratta di operazioni d’incerto valore artistico ma che dimostrano che c’è una domanda a cui l’impresa risponde (senza necessariamente aspirare a gareggiare con i grandi festival e le fondazioni).
A fronte del pullulare di queste iniziative, le agitazioni di 4 festival possono sembrare note stonate.
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