La politica non è ancora in vacanza. L’accento è, però, naturalmente sui temi ed i problemi da chiudere prima della chiusura agostana delle Camere. Anche al fine di meglio inquadrare questi nodi immediati occorre porli nel contesto dei cinque grandi temi economici con cui ci si dovrà confrontare alla ripresa autunnale. In sintesi sono i seguenti:
• La ripresa economica mondiale è ancora fragile, specialmente in Europa dove si prefigura una deflazione analoga a quella che ha travagliato il Giappone per circa quattro lustri: aumenti dei prezzi bassi, accompagnati però dal pericolo di scivolare in recessione con un’ulteriore contrazione di produzione ed occupazione.
• Nonostante le aperture di credito messe a disposizione dalla Banca centrale europea, Bce (442 miliardi di euro al primo luglio 2010),permane il rischio di nuove crisi bancarie: nelle scritture contabili degli istituti di credito dell’area dell’euro ci sono 3500 miliardi d’obbligazioni sovrane, di cui 340 miliardi di titoli di Stato greci e 450 miliardi di titoli di Stato spagnoli. Quindi, il pericolo di un contagio non è stato ancora debellato.
• Gli Stati dell’eurozona stanno adottando misure per ridurre i loro indebitamenti netti annuali ed i loro stock di debito, ma hanno difficoltà a finanziare le loro scadenze; anche nell’ipotesi di pieno successo dei programmi di austerità di bilancio, nell’area dell’euro, si dovranno rifinanziare 3500 miliardi di titoli pubblici entro la fine dell’anno. Non più di 900 miliardi verranno assorbiti dalle banche centrale e degli istituti di credito dei Paesi industriali. Si conta sulla buona volontà, e sulla fiducia, dei Paesi del resto del mondo, in primo luogo di quelli asiatici.
• I tassi di disoccupazione sono in aumento. Già in aprile sfioravano il 9% nell’insieme dei Paesi Ocse, toccavano il 20% in Spagna ed il 10% in Francia. Pure in Italia i successi degli ultimi anni (in tema di riduzione della disoccupazione) stanno rientrando : i settembre il numero di coloro che cercano lavoro senza trovarlo supererà, probabilmente, il 9% delle forze di lavoro.
• Aumenta, quindi, inevitabilmente il disagio sociale anche in quanto le misure di austerità non possono non incidere che negativamente sugli ammortizzatori e sulla rete di tutela.
Come rispondere a questi cinque punti? Una strategia possibile ha anche essa cinque tasselli:
• Alle politiche di restrizione di spesa nei Paesi a maggiore deficit e maggiore debito, si deve contrapporre una politica monetaria più accomodante da parte della Bce.
• Perseguire nell’indebolimento del valore internazionale dell’euro al fine di rilanciare l’export europeo.
• Un rilancio della politica di crescita in Germania (il Paese più importante dell’area) tale da fare da traino al resto dell’eurozona.
• Riscadenzamento del debito estero della Grecia (unico modo per evitare il contagio).
• Un rilancio dei grandi lavori pubblici tramite investimenti a lungo termine accuratamente valutati e selezionati.
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