Di Giuseppe Pennisi inscena
Una delle caratteristiche del Festival di Aix en Provence consiste nel presentare lavori coprodotti con altri teatri e che saranno in scena in diversi paesi in autunno. L'edizione in corso fino al 21 luglio è stata aperta da Don Giovanni, realizzato con i teatri dell'opera di Madrid e di Toronto e con il Bolshoi (dove entrerà in repertorio). La messa in scena è affidata a una giovane, ma già affermata, équipe russa formata da Dmitri Tcherniakov, Elena Zaitseva, Alexei Parin. La direzione musicale è di Louis Langrée, che guida la Freiburger Barockorchester. Il cast internazionale di livello è capeggiato da Bo Skovhus (il Don) e include Kyle Ketelsen (Leporello), David Bizic (Masetto), Colin Balzer (Don Ottavio), Marlis Petersen (Donna Anna), Kristine Opolais (Donna Elvira), Kerstin Avemo (Zerlina), e Anatoli Kotscherga (il Commendatore). Aix non affrontava il Don Giovanni dal 1998, quando la regia dell'opera era stata affidata a Peter Brook e la direzione musicale a Claudio Abbado. Quell'edizione ha girato il mondo (con 15 repliche a Milano). Nel nuovo allestimento, non del tutto convincente, l'opera diventa un dramma di famiglia in cui avviene una sorta di gioco al massacro tra i sette protagonisti, tutti imparentati tra loro. Bo Skovus, truccato e vestito come Marlon Brando in L'ultimo tango a Parigi si autodistrugge in un contesto dove dominano sesso e alcol. Pieni consensi, invece, alla parte musicale, nonché al delizioso allestimento della seconda opera in programma, L'Usignolo di Stravinsky, che, con la regia di Robert Lèpage e la bacchetta di Kazushi Ono, andrà a Toronto, Amsterdam e Parigi. (riproduzione riservata)
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