L’atmosfera non è esattamente quella del celebre libro di John Reed sulla rivoluzione bolscevica (più volte immortalato in film e serial televisivi). Alla Magliana, però, si respira un’aria che assomiglia a quella che aleggiava a Mosca quando si avvertiva che erano nell’aria grandi eventi e si viveva all’insegna de: “o la va o la spacca”.
I dieci giorni che cambieranno (in un modo o nell’altro) l’Alitalia sono le giornate tra il 13 ed il 23 maggio. Domani martedì si riunisce quel che è rimasto del CdA (dopo varie dimissioni) per approvare la relazione trimestrale per il gennaio-marzo 2008:i dati (afferma che li ha letti e studiati) sono particolarmente pesanti non tanto perché segnano ancora un profondo rosso (alla Magliana ci si è fatta l’abitudine) ma poiché il disavanzo avrebbe adesso intaccato il patrimonio sotto i livelli di guardia (le stime variano tra i 350 ed i 400 milioni di euro rispetto ad un capitale sociale di circa 1.300 milioni di euro). Venerdì 23 maggio (data che gli scaramantici non considerano poco propizia) è invece il giorno in cui il CdA dovrò assumersi la piena responsabilità dell’approvazione del bilancio consuntivo per il 2007. E’ una responsabilità senza se e senza ma.
Tra una data e l’altra si possono verificare varie ipotesi. Potrebbe spuntare la cordata a cui sta lavorando l’esorcista Bruno Ermolli a cui è stato affidato il compito di togliere all’Alitalia il malocchio strutturale che la affligge da 15 anni (ossia da quando è avvenuta la rivoluzione del trasporto aereo internazionale): essere. al tempo stesso, troppo piccola per gareggiare sui mercati mondiali e troppo grande per fare il vettore soltanto in Italia e nei Paesi vicini. In effetti, Ermolli ha chiesto di avere i dati per approfondire la situazione finanziaria. Per il CdA ciò comporta un problema serio: se risponde positivamente può essere tacciato di non seguire regole di mercato (poiché non è in corso una gara), ma se risponde negativamente può fare chiudere l’unica porta per ora socchiusa, neanche aperta.
Tra il 13 ed il 23 maggio (prima, comunque, di approvare il consuntivo 2007), gli scampoli del CdA potrebbero decidere che la partita è ormai andata e non volersi assumere responsabilità che potrebbero coinvolgerli personalmente e matrimonialmente. In tal caso, il “grido di dolore” partirebbe dalla Magliana e sarebbe accompagnata da una richiesta di commissariamento, dall’apertura di una procedura fallimentare o di percorsi analoghi.
Tra queste due ipotesi estreme non se ne vedono intermedie. Almeno ai piani alti della Magliana. Tuttavia, c’è chi nutre due soldi di speranza, tanto per rievocare il titolo del film di Castellani con cui nel 1951 si aprì la serie delle commedie all’italiana. Una volta insediato il nuovo Governo a pieni ranghi (Vice Ministri e Sottosegretari compresi), si potrebbe riprendere la partita per realizzare, in un arco di tempo breve, un accordo tra imprenditori italiani, banche (italiane e straniere) e Lufthansa. E “il terzo incomodo” con cui i tedeschi non vorrebbero avere a che fare (Vedi “L’Occidentale” del 30 aprile)? C’è un prezzo per tutto, si dice alla Magliana. E la moneta di pagamento sarebbero gli slots.
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