Lydia Steier/ L'intervista:
"Il Flauto Magico" che aprirà il Festival di Salisburgo
Intervista
esclusiva a Lydia Steier che curerà la regia de Il Flauto Magico di Mozart al
prossimo Festival Estivo di Salisburgo. Ecco cosa ci ha detto. di GIUSEPPE
PENNISI 06 gennaio 2018 Giuseppe Pennisi
Lydia Steier
Quest’anno,
la sezione operistica del Festival Estivo di Salisburgo (20 luglio-30 agosto)
verrà inaugurato da un nuovo allestimento de Il Flauto Magico di W.A.
Mozart, opera che al festival nella città austriaca ha già avuto 39 produzioni
(a cui aggiungere quelle al teatro delle marionette al teatro del Land). Il
nuovo allestimento è affidato a Constantinos Carrydis per la direzione musicale
ed a Lydia Steier, giovane ma già affermata regista americana (è nata nel
Connecticut) per la regia.
La Steiner
si è trasferita a Berlino nel 2002 inizialmente con una borsa Fullbright, ma
successivamente come base per una carriera nei teatri austro-tedeschi. La
principale radio tedesca ha chiamato ‘scoperta del 2009' la sua produzione de I
Pagliacci di Leoncavallo abbinata con Turandot di Busoni. Il suo
allestimento de Jephtha di Handel al festival di
Vienna nel 2015 è stato un successo così clamoroso da essere ripreso
l’anno seguente. La sua produzione di Donnerstag aus Licht di
Stockhausen a Basilea è stata chiamato ‘L’allestimento dell’Anno' dalla
rivista tedesca Opernwelt. Il Flauto Magico rappresenta il suo debutto a
Salisburgo. Abbiamo parlato con lei del suo progetto registico.
Che
impressione Le fa essere invitata al Festival?
E’ come
ricevere una grande onorificenza. Sono ancora abbastanza giovane. Lavorare qui
è come essere attorniata da ‘Dei della regia’. Alcuni dei miei amici e colleghi
hanno già lavorato qui, ad esempio Stefan Herheim per Die
Entführung aus dem Serail nel 2003 e per Die Meistersinger von
Nürnberg nel 2013, ma soprattutto qui sento l’impronta del regista che più
mi ha influenzato: Jean-Pierre Ponelle.
Un grande
nome, associato al ‘Flauto Magico’ prodotto a Salisburgo nel 1978. Ha studiato
gli altri 38 allestimenti visti al Festival?
Occorre
distinguere tra grandi allestimenti come quelli di Achim Freyer e Jean-Pierre
Ponnelle’ e quelli che non hanno lasciato traccia. E’ terrificante. Il
Flauto Magico è un grande capolavoro che tutti conoscono, ma difficile da
mettere in scena in un allestimento che piaccia a grandi e piccini. E’ una
sfida che può intimidire ma che mi elettrizza e mi affascina. Voglio creare
qualcosa di ‘speciale’ per Salisburgo.
Ci può
illustrare le caratteristiche del suo progetto?
Tutto il
pubblico avrà già visto numerosi allestimenti de Il Flauto Magico. Il
problema principale di quelli che io conosco è la lunghezza dei dialoghi;
inoltre, sembrano artificiali per un pubblico abituato ai film ed alla
televisione. Tuttavia, nei dialoghi ci sono informazioni essenziali per
comprendere la vicenda. Non potevamo tagliarli. Quindi, ho deciso di aggiungere
un personaggio: un narratore.
Come verrà
integrato nell’opera?
Sin
dall’inizio. Un nonno (il grande attore Bruno Graz) racconterà l’intreccio ai
nipoti che scorrerà come in un libro di favole. E’una fiaba bellissima narrata
a tre nipotini (i ‘fanciulli’ dell’opera). Questi quattro personaggio sono
strettamente interrelati: i nipotini funzionano come il pubblico.
Chi scriverà
questi testi?
Io con Ina
Karr che cura la drammaturgia.
In che epoca
si svolgerà la vicenda?
E’
importante che ci sia un aggancio alla realtà di oggi. In Amleto,
nella scena ‘del teatro nel teatro’, un attore dice che la responsabilità
del teatro è di rispecchiare le società contemporanea. Mi sono ispirata ai
fumetti di Little Nemo, pubblicati ogni settimana dal New York Herald
tra il 1905 ed il 1911.
Come
funzionerà sull’enorme palcoscenico della Grosses Festspielhaus?
Il
palcoscenico è immenso; lo possiamo utilizzare in modo versatile ed accentuare
il senso di sogno dei fanciulli.
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Riservata.
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