Una strana coppia
all’Accademia di Santa Cecilia
AddThis Sharing Buttons
Share to WhatsAppShare to TwitterShare to FacebookShare to Google+Share to
LinkedInShare to E-mail
Ad una prima
lettura del programma, il concerto del 24, 25, 26 novembre all’Accademia
Nazionale di Santa Cecilia, pareva mancare unità, con la prima parte
dedicata a due delle ultime composizioni di Wolfgang Amadeus Mozart nella prima
parte e l’ultima sinfonia di Dmitrij Šostakovič nella seconda, con
David Afkham sul podio e Martin Helmchen al piano. Tra Mozart e Šostakovič
c’è più di un secolo e, quel che più conta, cultura e tradizioni musicali
profondamente differente. Eppure la concertazione pulita, chiara e trasparente
di Afkham, da un lato, ed il generoso ed appassionato di Helmchen, dall’altro,
ha reso il concerto unitario al segno dell’ambiguità e dei tormenti che
contraddicevano, al termine quasi della loro avventura umana, la riflessione
esistenziale dei due compositori.
Dei due brani di Mozart, il primo (ouverture del Flauto Magico) è l’introduzione di un’opera densa di contraddizioni: da un lato, fiaba, da un altro, rito iniziatico massonico; da un canto piena di momenti comici, da un altro, densa di passaggi altamente drammatici. Il secondo (Concerto No. 20 in re minore per pianoforte ed orchestra K 468) è – come afferma acutamente Pietro Rattalino nel programma di sala – un lavoro ‘preromantico’ o ‘prebeethoveniano’, con un forte colore plumbeo nel primo movimento (Allegro/Cadenza di Beethoven), una parte serena e dolce nel secondo (Romanza) ed un finale molto ampio che temi di vario genere che possono essere riferiti a personaggi del Don Giovanni.
In sintesi
una meditazione sulla propria vita, quasi accentuata dal Preludio Corale di
Bach offerto da Helmchen come bis.
Analogamente la Sinfonia n. 15 di Šostakovič, composta quattro anni prima della morte del compositore dipinge in modo grottesco e velleitario la Russia di Brevnev Allegretto) per mostrare la situazione reale del Paese e dei suoi intellettuali ed artisti nel secondo (Adagio-Largo) molto ampio e cupo per andare al sarcasmo del terzo (Allegretto) e terminare in modo enigmatico (Adagio Allegretto).
Molto successo.
Analogamente la Sinfonia n. 15 di Šostakovič, composta quattro anni prima della morte del compositore dipinge in modo grottesco e velleitario la Russia di Brevnev Allegretto) per mostrare la situazione reale del Paese e dei suoi intellettuali ed artisti nel secondo (Adagio-Largo) molto ampio e cupo per andare al sarcasmo del terzo (Allegretto) e terminare in modo enigmatico (Adagio Allegretto).
Molto successo.
Nessun commento:
Posta un commento