15 novembre 2016 Trent’anni di mercato unico Condividi Stefano Micossi, attualmente direttore generale dell’Assonime, ha scritto un’ottima sintesi dei successi e degli insuccessi dei trent’anni di mercato unico. Il Center for European Policy Studies lo ha pubblicato come special report e merita un’ampia divulgazione (chi vuole può chiederne copia a stefano.micossi@assonime.it). Il paper sottolinea come negli ultimi tre decenni il mercato unico sia stato il core business, l’attività principale, dell’Unione Europea. E’ stato fatto un progresso enorme, e superiore alle aspettative, in termini di ampliamento dell’attività economica soggetta tanto a normativa europea quanto a legislazioni nazionali così come nell’approfondire gli acquis communautaires (i risultati già raggiunti in termini d’integrazione dei mercati) per superare punti incerti in aree già regolate a livello europeo. Tuttavia l’evidenza empirica prova che l’integrazione dei mercati si è arenata su diversi fronti e soprattutto che i benefici economici attesi – in materia di maggiore crescita della produzione, dell’occupazione e dei redditi – è stata inferiore alle aspettative, specialmente nel gruppo dei 15 Stati più a lungo componenti dell’Unione. La situazione non è migliorata dalla introduzione delle moneta unica. Il paper passa in rassegna l’evoluzione delle attività legislative e regolatorie del mercato unico negli ultimi tre decenni e sottolinea le aree in cui i gap dove appaiono più evidenti nonché i problemi recenti prodotti dall’insorgere di crescenti pulsioni anti-europeiste. Articoli che potrebbero interessarti: La concorrenza ‘temperata’ fa bene al gioco del calcio Economia e democrazia nell’Unione europea Olimpiadi 2024 a Roma: serve una (seria) analisi costi-benefici Si diventa più liberi nella scuola pubblica o in quella privata? La nemesi della libertà
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