1 novembre 2016 Le conseguenze della deflazione sulla finanza pubblica Condividi Pochi intimi prestano attenzione alla letteratura economica portoghese mentre l’IESEG, centro di ricerca ed analisi economica dell’Università di Lisbona, produce lavori di tutto rispetto e di grande spessore. L’ultimo è un paper di Antonio Afonso e Joāo Trovar Jalles sulle “Conseguenze Fiscali della deflazione: evidenza dall’età d’oro della globalizzazione” (The Fiscal Consequences of Deflation: Evidence from the Golden Age of Globalization – ISEG Economics Department Working Paper No. WP 23/2016/DE/UECE). L’analisi riguarda un gruppo di 17 economie nella prima ondata di globalizzazione tra il 1870 e il 1914 e mostra come in un contesto di marcata integrazione economica internazionale (l’attuale è ancora più forte) una caduta nell’1% nel livello dei prezzi comporti un aumento del rapporto tra stock di debito e Pil di circa 0,23-0,32 punti percentuali. L’apertura agli scambi, la politica monetaria e l’andamento dei cambi aumenta il valore assoluto della deflazione. In aggiunta, il rapporto debito/Pil cresce se e quando la deflazione è associata con recessioni economiche significative e ripetute. Per quanto riguarda in particolare il gettito fiscale, la deflazione ne comporta una contrazione dopo un lasso di tempo, mentre non ha effetti apprezzabili sulla spesa pubblica, soprattutto quella di parte corrente. Sono analisi di cui si dovrebbe tenere conto nell’esame parlamentare di una legge di bilancio che aumenta la spesa in un contesto in cui non si è ancora usciti dalla deflazione e – per le entrate – fa leva su una seria di operazioni una tantum di condono tributario. La deflazione ha anche effetti sulla ricchezza relativa delle Nazioni. Il tema è esplorato in un lavoro di due economisti del Fondo Monetario Internazionale (Rabah Arezki e Frederik Giancarlo Toscani) e uno dell’Università di Oxford (Ricj van der Ploeg): “Lo spostamento delle frontiere nella ricchezza delle risorse mondiali: il ruolo delle politiche e delle istituzioni (Shifting Frontiers in Global Resource Wealth: The Role of Policies and Institutions – CEPR Discussion Paper No. DP11553). Il parametro di base sono scoperte di idrocarburi e minerali. In breve, se l’America Latina e l’Africa a Sud del Sahara avessero la qualità delle istituzioni degli Stati Uniti, le scoperte aumenterebbero nel mondo intero del 25%. Articoli che potrebbero interessarti: Il debito dell’Eurozona si può ristrutturare Le rimesse dei lavoratori stranieri in Italia Tutele del lavoro, produttività e accesso al credito in Italia Quanto è vasto il sommerso in Italia? Globalizzazione, competizione tributaria e la crisi fiscale dello Stato sociale
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