Gli incanti di Alcina al femminile
CACCINI La liberazione
di Ruggiero dall’Isola di Alcina. R. Primitivo, A. Borin, M.
Foranna, N. Pagliara, R. Mattioni, E. Aleotti, R. Mattioni, A. Romeo, Coro di
damigelle di Alcina (N.Pagliara, E. Aleotti, M. Trevisan, A. Bonazzoli), Coro
di Deità Marine e di Piante Incantate (N. Pagliara, E. Aleotti, M. Trevisan, R.
Mattioni, A. Bonazzoli, A. Romeo), Mostri Infernali (A. Bonazzoli, A. Romeo),
Coro di Cavalieri Liberati (N. Pagliara, E. Aleotti, M. Trevisan, A. Bonazzoli,
R. Mattioni, A. Romeo; Romabarocca Ensemble (P. Meldolesi, C. Stocchi,
C. Vizioli, M. Galasso, J. Herczog, E. Chiuccaro, F. Refigeri). Cembalo, organo
e direttore Lorenzo Tozzi.
Roma, Oratorio
del Gonfalone, 10 dicembre 2016
Negli ultimi
vent’anni con entusiasmo e determinazione il musicologo e musicista Lorenzo
Tozzi – che i nostri lettori ben conoscono come firma frequente e competente
delle recensioni discografiche – ed il Romabarocca Ensemble, da lui creato e
guidato, ci hanno fatto riscoprire il barocco romano, poco conosciuto ed in
generale erroneamente ritenuto meno significativo di quello veneziano e
napoletano. Accanto ad un’indefessa attività concertistica e alla
partecipazione a festival internazionali, hanno prodotto numerosi, apprezzati
CD e DVD che si sono imposti in Italia ed all’estero. Alcune esecuzioni (come
quella “danzata” di Aria che ha di recente aperto con successo la
stagione della Accademia Filarmonica Romana al Teatro Olimpico: vedi qui la recensione) hanno avuto un riscontro tale
di critica e pubblico che varcheranno presto l’oceano e saranno in scena anche
a New York. E poco prima avevano resuscitato un dimenticato Scarlatti
(Domenico) romano.
Ora Tozzi ed il
Romabarocca Ensemble vanno alla riscoperta di altre rarità. La data del 10
novembre 2016 verrà ricordata nelle tappe di questa appassionata ricerca: ci ha
fatto infatti riscoprire, nello splendido Oratorio del Gonfalone, il primo
barocco fiorentino, spesso ignorato, ed anche il ruolo fondamentale delle donne
in un’Italia in cui il Rinascimento volgeva ormai al tramonto. Erano poetesse,
compositrici, cantanti, strumentiste, intellettuali ed anche consigliere
(ascoltate) dei regnanti
Tozzi e
l’Ensemble hanno presentato in rara esecuzione italiana in tempi moderni La
Liberazione di Ruggiero dall’Isola di Alcina, composto “dalla Signorina
Francesca Caccini in Signorini Malaspina”. Una commissione d’occasione ma per
un grande evento come la visita a Firenze di Ladislao Sigismondo, Principe di
Polonia e Svezia. Più che un’opera, il lavoro è una sorta di festa teatrale
nella Villa medicea di Poggio Imperiale, andata in scena il 3 febbraio 1625 (e
ripresa forse a Cracovia nel 1628). Include una vicenda in musica, ripresa dal
VI canto dell’Orlando Furioso, della cui prima edizione si celebrano ora
i cinquecento anni (1516), danze di gruppo, evoluzioni equestri ed anche “danze
di cavalieri a cavallo”. Del resto, nella stampa La liberazione viene
definita “Ballo secondo il modello monteverdiano del Ballo delle ingrate”.
Naturalmente
una esecuzione da concerto non poteva riprodurre integralmente l’intera festa
teatrale del 1625, ma solo fare assaporare, in un poco più di un’ora rispetto
alle cinque della festa, le caratteristiche del barocco fiorentino, rispetto ai
più noti barocchi napoletani e veneziani. È uno stile terso in cui domina lo
stile recitativo del recitar cantando fiorentino, costruito in modo che
ogni parola del libretto venga pienamente compresa ed apprezzata e lasciando
alle parti più propriamente orchestrali (sinfonie, intermezzi, battaglie,
danze) la ricchezza ed il colore di un’epoca che allora si avviava al tramonto.
Accanto al recitar cantando, quindi, c’è il legame appassionato tra
Alcina e Ruggero, l’atmosfera dell’isola incantata, il coraggio di Astolfo, il
risveglio dei cavalieri sedotti e tramutati in piante, lo scontro con i mostri
infernali. Un vero, altalenante gioco di atmosfere e sentimenti. Il tutto
inserito da Tozzi in un tappeto coreografico (con l’inserimento di pagine
tratte da variazioni del Ballo di Fiorenza applaudito a Firenze negli Intermedi
del 1589) che acquista così un aspetto musicalmente unitario.
Il Romabarocca
Ensemble ne ha fornito un’interpretazione affascinante: che meraviglia,
l’arciliuto, la mandola, la viola da gamba ed il chitarrone affidati a Eros
Cucchiaro, Margherita Galasso e Fabio Refrigeri!
Numerosi e
inappuntabili tutti gli interpreti vocali, come si addice alla complessa
vicenda trattata dall’Ariosto. Di grande spessore Riccardo Primitivo nel doppio
ruolo di Nettuno e di Ruggiero, Alessandra Borin in quello vibrante della maga
Alcina, Marcella Foranna in quello della determinante maga Melissa, Nadia
Pagliara in quello drammatico della Nunzia, Eleonora Aleotti come delicata
Sirena e Roberto Mattioni come sentimentale Pastore, Andrea Romeo come fiume
Vistola.
Si può solo
auspicare che altre associazioni e fondazioni riprendano e traducano in
spettacolo il piacevole concerto del Romabarocca, che apparirà presto in CD per
la Bongiovanni.
Giuseppe
Pennisi
(crediti
fotografici: Francesco Ferruzzi)
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